Per la prima volta dalla sua elezione, Papa Leone XIV si è affacciato dalla finestra del Palazzo apostolico per recitare la preghiera del Regina Coeli con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Finora il Pontefice aveva utilizzato soltanto la Loggia delle Benedizioni. Il gesto, carico di significato simbolico, potrebbe anticipare una svolta nella vita quotidiana del Papa: Prevost potrebbe tornare a vivere nel Palazzo apostolico, contrariamente alla scelta del suo predecessore Francesco, che aveva preferito risiedere per dodici anni a Santa Marta.
Nonostante non siano arrivate conferme ufficiali dalla Santa Sede, fonti vicine al Vaticano riferiscono che sono in corso lavori di adeguamento negli appartamenti del Palazzo apostolico, proprio per consentire il trasferimento di Papa Leone XIV, che attualmente alloggia nell’appartamento al Sant’Uffizio dove viveva prima del Conclave.
Un messaggio di fiducia e affidamento nello Spirito
All’inizio della preghiera, il Papa ha ringraziato i presenti: “Sono ancora all’inizio del mio ministero in mezzo a voi e desidero anzitutto ringraziarvi per l’affetto che mi state manifestando, mentre vi chiedo di sostenermi con la vostra preghiera e vicinanza”.
Nel suo breve discorso, Leone XIV ha offerto un messaggio di fiducia e speranza: “In tutto ciò a cui il Signore ci chiama, nel percorso di vita così come nel cammino di fede, ci sentiamo a volte inadeguati. Tuttavia, proprio il Vangelo di questa domenica ci dice che non dobbiamo guardare alle nostre forze, ma alla misericordia del Signore che ci ha scelti”.
“Anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità”
Il Pontefice ha poi sottolineato la forza dello Spirito Santo anche nei momenti di fragilità. “È bello che, guardando alla nostra chiamata, alle realtà e alle persone che ci sono state affidate, ciascuno di noi può dire con fiducia: anche se sono fragile, il Signore non si vergogna della mia umanità, anzi, viene a prendere dimora dentro di me”.
Ha concluso il suo intervento ricordando che lo Spirito Santo accompagna, illumina e rende ognuno strumento dell’amore di Dio verso gli altri, verso la società, verso il mondo.