Cinema italiano in rivolta: cento firme nella lettera al dicastero

Roma, 70ª edizione dei David di Donatello, La Cerimonia in Quirinale

È stato durante la cerimonia al Quirinale che Geppi Cucciari, con la consueta ironia, ha aperto un siparietto rivolto al ministro della Cultura Alessandro Giuli, riaccendendo i riflettori sulla crescente tensione tra il mondo dello spettacolo e il governo. A far sentire la propria voce, ora, sono alcuni tra i più autorevoli nomi del cinema italiano: da Paolo Sorrentino a Nanni Moretti, da Jasmine Trinca a Pierfrancesco Favino, fino a Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Maura Delpero e Margherita Buy, citandone solo alcuni.

In circa cento, tra attrici, attori e registi, hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta al ministro Giuli, denunciando il clima di attacchi verbali e istituzionali che ha coinvolto chi ha espresso critiche all’operato del dicastero. “Attacchi inaccettabili a chi democraticamente ha mosso critiche all’operato del ministero, come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari, ai quali va tutta la nostra solidarietà”, si legge nel testo.

Un settore sotto pressione

Il cuore della protesta, però, non riguarda solo la libertà di espressione. Sul tavolo c’è una crisi strutturale che rischia di compromettere l’intero ecosistema cinematografico italiano. “La situazione del cinema italiano è indubbiamente in crisi”, si legge nella lettera. E le cause sono note: incertezza normativa, ritardi nelle politiche di sostegno e una riforma del tax credit giudicata insufficiente.

Secondo i firmatari, “negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del governo nella gestione della riforma del tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori – denunciano – a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024”.

Appello per interventi strutturali

Nel testo si evidenzia inoltre come l’attuale crisi non sia solo economica, ma culturale. “Una crisi che rischia inoltre di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale. L’auspicata prossima pubblicazione della versione definitiva del decreto correttivo tax credit è una prima risposta, ma incompleta e insufficiente”.

Per questo, gli artisti chiedono al Ministero di cambiare passo e aprire un dialogo vero. “Riteniamo che sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti, come ad esempio ha chiesto Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello”, proseguono i firmatari. Intanto, continua a slittare la pubblicazione definitiva del decreto sul tax credit, lasciando migliaia di professionisti senza certezze. “Chiediamo che il ministero incontri”

Riportiamo il testo integrale

Al Ministro della Cultura, On. Alessandro Giuli,

Ai Sottosegretari Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi.

La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi. Negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del Governo nella gestione della riforma del Tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori, a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024. Una crisi che rischia inoltre di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale. L’auspicata prossima pubblicazione della versione definitiva del decreto correttivo Tax credit è una prima risposta, ma incompleta e insufficiente. Riteniamo che sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti, come ad esempio ha chiesto Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello. La cultura e la democrazia italiana non possono essere piegate ad interessi di parte, ma vanno tutelate e arricchite con rispetto delle competenze, delle professionalità, delle regole costituzionali e dei diritti di tutti e tutte. Chiediamo che il Ministero incontri quanto prima le associazioni che uniscono e rappresentano attori, autori e tecnici ascoltando le richieste urgenti che da mesi promuovono. E chiediamo che si fermino invece le polemiche pretestuose e gli attacchi inaccettabili a chi democraticamente ha mosso critiche all’operato del Ministero, come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari, ai quali va tutta la nostra solidarietà.

Cordiali saluti.