Aborto, Medici del Mondo denuncia blackout informativo in Italia

In vista della Giornata internazionale per l’aborto sicuro, Medici del Mondo ha presentato oggi alla Camera dei deputati il suo terzo rapporto annuale dedicato alla situazione dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Italia. Il documento, intitolato “Aborto senza numeri – L’assenza di dati come politica di deterrenza e causa di disuguaglianza”, mette in luce un problema strutturale: il blackout informativo che rende difficile l’accesso a un diritto garantito dalla legge 194/1978 e incluso nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).

Il rapporto denuncia la pubblicazione tardiva e incompleta delle relazioni annuali del Ministero della Salute, con dati datati e non aperti. Una condizione che limita la possibilità di intervento politico e ostacola scelte consapevoli da parte delle donne: nel 2022 oltre 65.000 hanno fatto ricorso all’IVG. Secondo l’organizzazione, la filiera di raccolta dati non presenta complessità maggiori rispetto ad altri ambiti sanitari: i ritardi e le omissioni sarebbero quindi da ricondurre a una precisa scelta politica.

Il nuovo lavoro si concentra in particolare su tre regioni – Veneto, Sardegna e Molise – che mostrano un’Italia frammentata e diseguale. In Veneto i dati sono aggiornati e accessibili, ma la rete consultoriale resta debole e il tasso di obiezione alto. In Sardegna il ricorso al raschiamento è ancora molto diffuso, mentre in Molise l’obiezione di coscienza tocca il 90,9%, con una carenza di personale non obiettore che limita fortemente i servizi.

“Senza accesso a informazioni chiare il diritto alla salute e alla scelta resta solo sulla carta” ha commentato Elisa Visconti, direttrice di Medici del Mondo Italia. “In Italia i dati sono vecchi, frammentari e difficili da reperire. È una volontà politica che genera disuguaglianze concrete nell’accesso all’IVG”.

Il report prosegue il lavoro di denuncia e documentazione avviato negli anni precedenti con “The Impossible Pill”, “Aborto a ostacoli” e la campagna “The Unheard Voice”, che hanno messo in luce barriere, ritardi e strategie di deterrenza istituzionale.