Caro-voli di Natale: per migliaia di fuori sede il viaggio di casa diventa un salasso programmato

Aeroporto di Malpensa

C’è un tratto ricorrente nelle settimane che precedono le feste: per migliaia di italiani che vivono al Centro-Nord, tornare a casa diventa un esercizio di strategia tariffaria. Un viaggio che dovrebbe essere semplice si trasforma in una sfida di incastri, perché sulla maggior parte delle rotte verso il Sud il prezzo del biglietto diretto sale fino a diventare proibitivo. L’alternativa? Accettare uno scalo in una capitale europea, passare ore in aeroporti lontani e partire con uno zaino ridotto all’essenziale. Un paradosso che si ripresenta puntualmente e che quest’anno appare ancora più evidente.

Il caso più citato è quello del 20 dicembre, una delle giornate più calde per le partenze natalizie. Un volo diretto Milano-Palermo costa 192 euro. Ma chi accetta di passare da Varsavia all’alba trova una combinazione che scende a circa 90 euro: 46 euro per il Milano-Varsavia e 48 euro per il Varsavia-Palermo. La differenza è netta, e riflette una dinamica che non riguarda solo la Sicilia. Su Milano-Catania lo schema si ripete: 191 euro per il diretto, circa 110 euro volando prima su Cracovia e poi su Catania. Stessi incastri anche altrove. Un Bologna-Cagliari diretto a 179 euro può trasformarsi in un viaggio da 37 euro se si decide di passare da Malta, con 17 euro per la prima tratta e 20 per la seconda.

Questi incroci tariffari non sono eccezioni, ma sintomi di un mercato in cui alcune rotte interne diventano rapidamente ostaggio di picchi di domanda e margini alti. Per chi vive lontano dalla propria regione d’origine, la differenza di prezzo non è un dettaglio: spesso significa scegliere se riuscire o meno a partire. Chi ha necessità di rientrare deve calcolare ogni opzione, incrociare orari e fare conti che con il buonsenso hanno poco a che vedere. Il viaggio low cost, però, funziona solo se si accetta una condizione precisa: viaggiare praticamente senza bagagli. Basta uno zaino, lo stretto indispensabile.

Nel momento in cui si aggiunge una valigia in stiva, il risparmio si riduce fino a scomparire. Venti euro a tratta per il bagaglio diventano ottanta euro aggiuntivi in un viaggio composto da due voli, e i 90 euro della combinazione Milano-Varsavia-Palermo si trasformano subito in 170. Una cifra che, senza ulteriori necessità, permette quasi di acquistare un diretto. Chi porta con sé solo un cambio e poco altro può rientrare nelle tariffe più basse; chi ha bisogno di un trolley o di una valigia si trova immediatamente fuori gioco.

La situazione non migliora se si guarda al treno. L’alta velocità verso il Sud esiste sulla carta più che nei tempi di percorrenza. Milano-Palermo via Messina richiede anche quindici ore per arrivare in giornata, con un prezzo minimo di 199,50 euro. Il treno notturno consente di partire la sera e arrivare all’alba, ma fuori dall’orario di punta e con un comfort molto lontano da quello delle tratte veloci del Centro-Nord. Per chi ha orari stretti, la ferrovia resta una soluzione che richiede tempo, pazienza e un costo che non si discosta molto dai voli diretti.

A determinare l’impennata dei prezzi aerei è una geografia nota da anni. Le rotte dedicate ai collegamenti tra Nord e Sud diventano di fatto monopolio di pochi operatori durante i periodi di alta domanda. La concorrenza c’è solo in teoria, perché nella pratica i collegamenti più richiesti vengono saturati rapidamente e le compagnie modulano le tariffe in base alla disponibilità rimasta. È una logica commerciale che si ripete ogni anno e che aumenta la distanza tra chi può partire senza badare al costo e chi deve valutare ogni dettaglio per risparmiare.

Le combinazioni via Europa diventano così l’unico modo realistico per contenere la spesa. C’è chi passa per Varsavia, chi per Malta, chi sceglie scali ancora più improbabili pur di abbassare il prezzo. Per molti lavoratori fuori sede risparmiare 100 o 150 euro non è una questione marginale, ma la differenza tra tornare a casa o rinunciarci. Le tratte interne italiane restano tra le più costose d’Europa nei periodi festivi, e la disparità tra voli nazionali e rotte internazionali a basso costo diventa evidente proprio quando si avvicinano Natale e Capodanno.

Le aziende giustificano gli aumenti con la forte domanda e con il rialzo dei costi operativi, ma per chi vede i prezzi raddoppiare da un giorno all’altro resta l’impressione di un sistema che penalizza in modo particolare chi vive al Nord e ha famiglia al Sud. Il risultato è che molti italiani si muovono con largo anticipo, prenotano con mesi di anticipo o si affidano a combinazioni che li costringono a passare ore negli aeroporti europei. Per loro non è una scelta, ma un compromesso necessario in un quadro in cui il viaggio di Natale si è trasformato da semplice spostamento a complesso esercizio di sopravvivenza economica.