La flotta umanitaria diretta a Gaza ha superato le 150 miglia nautiche dalla Striscia e denuncia manovre intimidatorie della Marina israeliana. Le 45 imbarcazioni della missione, nella notte tra martedì e mercoledì, hanno varcato il limite che gli attivisti chiamano “zona rossa”, dove aumenta il rischio di intercettazione da parte delle forze israeliane.
Navi avvicinate e sistemi danneggiati
Secondo i racconti degli attivisti, le imbarcazioni Alma e Sirius hanno denunciato danni ai sistemi di comunicazione dopo alcune manovre di disturbo da parte di navi israeliane. Un testimone italiano a bordo della Karma ha riferito di episodi simili, spiegando che la flotta alle 7:00 di mercoledì si trovava a circa 110 miglia nautiche da Gaza.
La posizione della flotta
La Global Sumud Flotilla naviga ancora in acque internazionali. La rotta e la posizione delle singole barche vengono monitorate in diretta, ma cresce la preoccupazione che si avvicini il momento del confronto con il blocco navale israeliano, che circonda la Striscia. In passato, missioni simili erano state intercettate proprio a questa distanza.
La presenza italiana
Tra le unità coinvolte, anche la fregata italiana Alpino, che si è fermata prima della cosiddetta “zona rossa” per ragioni di sicurezza. Roma segue con attenzione l’evolversi della situazione, mentre gli attivisti ribadiscono la volontà di raggiungere Gaza per interrompere l’assedio imposto da Israele.