Glovo e il bonus per i rider che lavorano sotto il sole: «Più fa caldo, più guadagni»

È bastata una comunicazione interna, firmata Glovo, per scatenare il dibattito sull’ennesimo caso di “bonus beffa”. Oggetto del contendere: un contributo economico riconosciuto ai rider che effettuano consegne nelle giornate più torride dell’estate. Un incentivo pensato per coprire “i costi imprevisti” di chi lavora all’aperto, ma che secondo molti – sindacati in testa – somiglia più a una pericolosa esortazione a pedalare anche con 40 gradi all’ombra.

«La tua sicurezza è la nostra priorità», scrive l’azienda nella nota inviata a chi lavora con la piattaforma. E continua: «Sappiamo che l’emergenza calore possa comportare costi per proteggerti. Per questo, se effettuerai consegne nei mesi di luglio e agosto, avrai diritto a un contributo per acquistare crema solare, sali minerali e acqua».

La misura, spiega Glovo, prevede un bonus calcolato in percentuale sul valore di ogni singola consegna, legato alla temperatura registrata nella città in cui si svolge il servizio. Si va da un 2% in più con temperature tra i 32 e i 36 gradi, al 4% tra i 36 e i 40, fino a un massimo dell’8% oltre i 40 gradi centigradi. Tradotto: se un rider incassa 2,50 euro per una consegna sotto il solleone, riceverà un extra di 20 centesimi. Non esattamente il rimborso di una borraccia e una crema solare.

Il bonus, valido dal primo luglio al 31 agosto, sarà accreditato solo con la fattura del 21 settembre. Un dettaglio che, di fatto, lo rende inutile per fronteggiare le spese immediate. Ma soprattutto, è la logica stessa della misura a preoccupare. Perché, in assenza di reali tutele o vincoli orari, il rischio è che si trasformi in un meccanismo premiante per chi accetta di lavorare in condizioni potenzialmente pericolose.

Il sindacato Cgil ha contestato duramente l’iniziativa, definendola «un incentivo travestito da tutela». «Nessun compenso può giustificare il lavoro in condizioni estreme», ha dichiarato il sindacato in una nota, ricordando che la salute dei lavoratori dovrebbe venire prima dei bonus. «Il caldo record non si combatte con pochi spicci: serve una regolamentazione che fermi davvero le consegne nelle ore più critiche».

Anche alcuni politici e amministratori locali hanno espresso perplessità. In prima fila il presidente del Piemonte Alberto Cirio, che ha esteso l’ordinanza regionale per la sospensione del lavoro all’aperto nelle ore più calde (dalle 12:30 alle 16) anche ai rider. «È evidente che si tratta di un’attività svolta soprattutto durante l’orario dei pasti, quando fa più caldo. È giusto proteggerli come tutti gli altri lavoratori esposti».

Dopo la bufera, Glovo ha replicato cercando di abbassare i toni. L’azienda ha chiarito che il bonus «non è un incentivo alla prestazione ma una misura compensativa», precisando che ogni rider ha piena libertà di scelta su come e quando lavorare. «La sicurezza e il benessere dei rider sono una priorità», ha assicurato, sottolineando l’intenzione di proseguire il dialogo con i sindacati.

Ma le critiche restano. E in un’estate che si annuncia rovente, anche sul fronte climatico, cresce la pressione perché si passi dalle “compensazioni simboliche” alle vere tutele. Perché se la libertà di scegliere quando lavorare è un diritto, la libertà di non rischiare la salute per pochi centesimi dovrebbe esserlo ancora di più.