Il cardiologo che ha impiantato la valvola su misura a Milano si chiama Francesco Giannini, nato a Catanzaro nel 1982, è oggi uno dei principali specialisti italiani in cardiologia interventistica e malattie strutturali del cuore. Lavora nella Cardiologia Interventistica dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, dove pochi giorni fa è stato eseguito un intervento «compassionevole» di impianto di una valvola tricuspide personalizzata: un dispositivo su misura per la paziente, ancora non approvato in Italia, che ha permesso di salvare una vita in condizioni cliniche disperate.
Un intervento di altissima complessità che segna un passo decisivo nella medicina cardiaca personalizzata e conferma la capacità italiana di muoversi con competenza e coraggio ai confini della ricerca biomedica.
Laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato con lode in Cardiologia all’Università di Trieste, Giannini ha completato la sua formazione al San Raffaele di Milano, dove ha conseguito un master di secondo livello in cardiologia interventistica. Ha poi proseguito la sua esperienza all’estero, presso l’Isala Hospital di Zwolle (Paesi Bassi), uno dei centri europei più all’avanguardia nelle tecniche di cardiologia interventistica e nelle procedure transcatetere.
Rientrato in Italia, ha lavorato come cardiologo interventista al San Raffaele di Milano, poi come responsabile della Cardiologia Interventistica al Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna). Dal 2022 fa parte dell’équipe della Cardiologia Interventistica dell’Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, all’interno del Gruppo San Donato.
Ricerca e riconoscimenti internazionali
Autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, Giannini conta più di 7.000 citazioni e un indice H di 42, tra i più elevati in Italia nella sua fascia d’età nel campo delle malattie cardiovascolari.
Le sue ricerche riguardano:
• le tecniche transcatetere per la cura della malattia coronarica;
• le tecniche transcatetere delle valvulopatie (aortica, mitralica e tricuspide);
• l’integrazione tra intelligenza artificiale e ingegneria biomedica nella modellazione delle patologie cardiache;
• lo sviluppo di dispositivi innovativi per il trattamento dell’angina refrattaria e dell’insufficienza cardiaca.
È principal investigator o co-investigator in diversi studi clinici internazionali e partecipa a registri multicentrici sul trattamento della malattia cardiaca, coronarica e strutturale.
Con l’intervento di riparazione della valvola tricuspide eseguito a Milano, l’équipe di cui fa parte Giannini ha aperto una nuova strada verso la cardiologia personalizzata, in cui il dispositivo non è adattato a un protocollo standard, ma al corpo e alla patologia del singolo paziente. Una sfida scientifica e tecnologica che unisce la precisione della medicina al coraggio clinico di chi crede che ogni vita meriti una possibilità in più.
«Non abbiamo seguito un protocollo, ma una persona», ha dichiarato Giannini dopo l’intervento. «La medicina del futuro sarà sempre più su misura, con il supporto della tecnologia, ma al servizio dell’umanità del paziente.»
Professore, come è nata l’idea di tentare un intervento così complesso e innovativo su una paziente in condizioni disperate?
“Quando l’insufficienza tricuspidale diventa così grave da ostacolare l’afflusso di sangue al cuore e compromettere la circolazione nei distretti a monte – come fegato, intestino e arti inferiori – la malattia valvolare diventa multiorgano, sistemica. Correggere l’insufficienza in questi casi significa salvare la vita della paziente.”
Cosa si intende per «uso compassionevole» di un farmaco o dispositivo medico?
“Dal punto di vista tecnico, è l’uso di un farmaco o dispositivo non ancora approvato in un determinato Paese e quindi non in commercio, ma impiegato in via eccezionale quando rappresenta l’unica alternativa per un paziente grave o in pericolo di vita. Dal punto di vista umano, «compassione» (dal latino cum patior, soffrire con) significa immedesimarsi nel dolore altrui e fare il possibile per alleviarlo.”
Quanto è importante l’evoluzione tecnologica in cardiologia interventistica e che ruolo ha oggi la stampa 3D?
“La tecnologia evolve continuamente e dispositivi sempre più performanti entrano nella nostra pratica clinica, permettendoci di essere più accurati, riducendo il rischio procedurale e migliorando l’efficacia. La stampa 3D oggi consente di creare modelli identici alle strutture cardiache reali, partendo da esami di imaging come la TAC. Nei casi più complessi, permette di simulare la procedura su un modello identico al cuore del paziente, per pianificare al meglio l’intervento.”
Quanto conta oggi la collaborazione tra centri di ricerca e il confronto delle idee nel progresso medico-scientifico?
“Il confronto è alla base della ricerca. Ogni innovazione tecnologica nasce dalla collaborazione internazionale tra centri e ricercatori che condividono competenze e risultati.”
Quale ruolo dovrebbe avere la politica per sostenere la ricerca e trattenere i giovani talenti in Italia?
“È un compito della politica. Una politica illuminata deve valorizzare le competenze all’avanguardia e trattenere i giovani offrendo meritocrazia reale e percorsi di carriera certi. L’Italia ha una grande tradizione di ricercatori, ma oggi servono risorse e investimenti per produrre tecnologia innovativa. Nuovi scenari si aprono con l’intelligenza artificiale, ma occorre una programmazione coerente e coordinata.”
Lei è calabrese. Quanto ha influito questo legame con la sua terra nel suo percorso professionale?
“L’offerta sanitaria tra Nord e Sud è ancora sbilanciata, e non si può accettare che l’aspettativa di vita dipenda dal luogo di nascita – in Calabria è più bassa che al Nord. Ho sempre mantenuto rapporti con la mia terra, partecipando con tanti colleghi calabresi a convegni e iniziative locali. Condivido tuttora la responsabilità di diagnosi e cura di molti pazienti. In ogni occasione, dico con orgoglio di essere calabrese.”
L’intelligenza artificiale è già entrata nella pratica clinica. Come cambierà la medicina del futuro?
“L’intelligenza artificiale è già di supporto e lo sarà sempre di più nella medicina di precisione. La sua capacità di processare enormi quantità di dati supporterà il lavoro del cardiologo, senza però sostituirlo. Diagnosi e scelte terapeutiche resteranno competenza del medico, che dovrà garantire al paziente sicurezza, dignità e fiducia. Il futuro della medicina sarà una simbiosi tra intelligenza artificiale e mente umana.”
Riccardo Montanaro







