Mentre i leader mondiali si riuniscono all’Assemblea generale dell’Onu a New York, il Pontefice ha richiamato l’attenzione sulla crisi in Medio Oriente, ricordando che la Santa Sede riconosce da anni lo Stato di Palestina. Dall’udienza generale in piazza San Pietro ha lanciato un’iniziativa di preghiera: per tutto il mese di ottobre i fedeli sono invitati a recitare il rosario per la pace.
Il 28 ottobre, anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e memoria di Giovanni XXIII, Papa Leone sarà in piazza San Pietro per unirsi personalmente alla preghiera. “Il riconoscimento dello Stato palestinese potrebbe aiutare, ma oggi non si trova volontà di ascolto dall’altra parte. Il dialogo è rotto”, ha detto rispondendo ai giornalisti a Castel Gandolfo. Il Papa ha aggiunto di ritenere che “gli Stati Uniti saranno gli ultimi a riconoscere la Palestina”, ma ha insistito sulla necessità di “trovare una maniera per rispettare i popoli”.
Da Gorizia è arrivato anche l’appello dei vescovi italiani, che hanno concluso i lavori del Consiglio episcopale. Pur evitando la definizione di genocidio, la Cei ha lanciato un messaggio netto: “Chiediamo con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi. Si rispetti il diritto umanitario internazionale e si ponga fine all’esilio forzato della popolazione palestinese, aggredita dall’offensiva israeliana e pressata da Hamas”.
La Cei ha ribadito che la prospettiva di “due popoli, due Stati” resta l’unica via percorribile e ha sollecitato il governo italiano e le istituzioni europee a fare tutto il possibile per favorire la fine delle ostilità. Un appello che si unisce a quello della società civile italiana, scesa in piazza lunedì scorso per chiedere pace e giustizia in Medio Oriente.