Dallo Stretto di Messina, quando il cielo è terso e l’aria si fa densa di una luce irreale, può capitare di scorgere un prodigio: torri, castelli, città intere che sembrano librarsi sull’acqua, sospese tra cielo e mare. È la Fata Morgana, un miraggio ottico tanto affascinante quanto inspiegabile per chi non ne conosce i segreti fisici. Ma al di là della spiegazione scientifica – un fenomeno di rifrazione dovuto a particolari strati d’aria di diversa densità – resta il mistero, il fascino, la voglia di crederci davvero: che quella visione sia un’apparizione magica, una finestra su un mondo parallelo.
Perché ci ostiniamo a credere nelle favole? Perché ci affezioniamo ai miti, alle leggende, ai racconti che sfidano la logica? La risposta forse è semplice e profonda: l’uomo ha bisogno di evadere. Di credere che oltre il visibile ci sia qualcos’altro. Qualcosa che sfugge alla miseria del quotidiano, alla pesantezza della realtà.
La Fata Morgana non è solo un gioco di luce: è una metafora. È l’illusione che, dietro l’orizzonte, ci sia un mondo diverso, migliore. È lo sguardo rivolto altrove, là dove i confini sfumano e tutto diventa possibile. Come i marinai che per secoli hanno visto terre inesistenti all’orizzonte, come Ulisse che ascolta il canto delle sirene, come chi da una riva sogna l’altra, senza sapere se la attraverserà mai davvero.
Nel tempo della razionalità assoluta, del calcolo, della scienza che tutto spiega, restiamo umani anche per questo: perché abbiamo bisogno di raccontarci storie. Le favole servono a crescere, i miti a comprendere, le leggende a dare un senso al caos. Non sono illusioni per deboli di spirito, ma strumenti per affrontare la realtà con occhi diversi. Vedere il mondo non solo com’è, ma come potrebbe essere.
Reggio Calabria guarda ogni tanto il miraggio come si guarda una speranza. Una città che appare sul mare è una promessa: che anche ciò che oggi è lontano, inaccessibile, forse un giorno sarà vicino. E noi, nel frattempo, continueremo a guardare. A sperare. A raccontare. Perché ogni società ha bisogno dei suoi sogni, come ogni uomo ha bisogno del suo miraggio. Anche se sa che non potrà mai toccarlo.
Battista Bruno