Maltempo al Nord, caldo estremo al Sud: un’Italia spaccata in due

Milano, L’esondazione del fiume Lambro dopo la pioggia e maltempo. Nella foto: Acqua alta vicino a Via Feltre

L’Italia è ancora stretta tra due emergenze: nubifragi e alluvioni al Nord, ondate di calore e vittime sul lavoro al Centro-Sud. Dopo giorni di temperature sopra i 40 gradi, il Paese affronta una brusca virata climatica. Nella notte, violenti temporali hanno colpito Lombardia, Piemonte e Veneto, costringendo i vigili del fuoco a decine di interventi per allagamenti e frane.

A Milano, il fiume Seveso è esondato a Lentate, allagando abitazioni e costringendo all’evacuazione una quindicina di persone. Attivata anche la vasca di laminazione per evitare danni nella metropoli, ma le polemiche politiche non si sono fatte attendere. “Attendiamo che la Regione faccia la sua parte, oltre alle dichiarazioni”, ha attaccato l’assessore milanese Marco Granelli. Replica dura dell’assessore regionale Gianluca Comazzi: “I disagi provocati dal maltempo non si risolvono a suon di post”.

Danni in Lombardia e voli dirottati

Nel Comasco, diversi sottopassi sono stati sommersi dalla pioggia. A Cantù, sono caduti 70 mm d’acqua e un muro di cinta è crollato, mentre a Erba una persona è rimasta bloccata nella propria auto. Nel Bergamasco, raffiche di vento e fulmini hanno scoperchiato tetti e danneggiato pannelli fotovoltaici, provocando blackout e gravi disagi. All’aeroporto di Orio al Serio, 13 voli sono stati dirottati verso Bologna, Malpensa e Verona.

Le previsioni non lasciano tranquilli: l’allerta temporali continuerà anche domani, con livello arancione a Milano e giallo in tutto il Nordest.

Caldo mortale al Centro-Sud: morto un operaio

Nel frattempo, il Sud continua a bruciare. Quindici le città ancora da bollino rosso. A Sferzacosta (Macerata), un operaio di 51 anni, Savino Lettini, è morto per un malore mentre lavorava all’elettrificazione della linea ferroviaria. Originario della Puglia, sposato con tre figli, lavorava per una ditta appaltatrice di RFI. Secondo i sindacati, si tratta dell’ennesima vittima di un clima estremo diventato ordinario.

L’episodio ha riacceso il dibattito sulle tutele per i lavoratori esposti al caldo. La Regione Lazio, oggi, ha esteso il divieto di lavoro nelle ore più calde anche ai rider, con un’ordinanza valida fino al 15 settembre. Il provvedimento si aggiunge a quello del 30 maggio che già coinvolgeva agricoltori, operai edili e addetti alla logistica.

L’Italia si trova così schiacciata tra due crisi climatiche: la violenza dell’acqua e l’aggressività del sole. Una frattura geografica che si ripete, estate dopo estate, con danni sempre più gravi e, purtroppo, nuove vittime.