“Il tempo estivo può aiutarci a rallentare e a diventare più simili a Maria che a Marta.” Con queste parole, papa Leone XIV ha esortato i fedeli, prima della recita dell’Angelus, a riscoprire un’estate dal valore spirituale, fatta di silenzio, ascolto e gratuità. Un invito a sottrarsi alla frenesia dell’“industria delle vacanze” e ad accogliere l’autenticità di un incontro vero: con Dio, con gli altri, con la natura.
Secondo il Pontefice, ciò che più conta non si compra: “Occorre solo farsi ospiti: fare posto e anche chiederlo; accogliere e farsi accogliere.” Un invito a vivere l’ospitalità come arte da coltivare, per dare senso profondo al tempo che ci viene donato.
Nel corso della giornata, il Papa ha parlato anche con i giornalisti all’uscita della messa nella cattedrale di Albano, esprimendo un forte appello alla pace: “Dobbiamo dialogare e lasciare le armi. Il mondo non sopporta più la guerra. Dobbiamo pregare e avere fiducia in Dio.” Sul dramma di Gaza, ha ribadito l’urgenza di proteggere i luoghi sacri e superare odio e violenza: “Abbiamo insistito sulla necessità di lavorare insieme in questo senso.”
Nell’omelia della messa, concelebrata dal cardinale Micheal Czerny, papa Leone XIV ha posto l’accento sulla dimensione del silenzio e dell’ascolto come segno profetico per il nostro tempo. “I giorni estivi possono essere un momento provvidenziale in cui sperimentare l’intimità con Dio e, grazie ad essa, aprirci maggiormente agli altri.”
Rivolgendosi ai presenti, ha aggiunto: “Abbiamo più tempo libero per raccoglierci e meditare, per incontrarci e condividere. Approfittiamone per prenderci cura gli uni degli altri, per scambiarci comprensione e consiglio: questo ci fa sentire amati, e tutti ne abbiamo bisogno.” Un messaggio chiaro, che mette al centro la cura dell’altro e la cultura della pace, come strumento per superare fratture, ostilità e per costruire comunione tra le persone, i popoli e le religioni.