L’ultima piccionaia militare d’Europa è a Parigi: oggi gare e cerimonie, ma resta viva la memoria

Nascosta all’interno della fortezza del Mont-Valérien, a Suresnes, poco fuori Parigi, sopravvive una realtà che profuma di storia e memoria: è l’ultima piccionaia militare d’Europa. Un tempo al servizio dell’esercito francese per trasmettere messaggi cruciali in tempo di guerra, oggi ospita circa 200 piccioni viaggiatori impiegati solo per gare, cerimonie e attività dimostrative.

A raccontarlo è il maresciallo Sylvain, membro dell’8° reggimento trasmissioni e custode di questa piccola ma preziosa testimonianza di passato. «Questo è il piccione 193.529, nato nel 2017: il primo che ho numerato», dice con orgoglio, tenendo tra le mani l’animale che ora partecipa a competizioni di colombofilia, ma che un tempo avrebbe potuto salvare vite, volando tra le bombe per consegnare messaggi segreti.

Dall’onore militare alla gloria sportiva

Quelli ospitati a Mont-Valérien sono piccioni speciali, capaci di ritrovare la strada di casa grazie a un sofisticato senso dell’orientamento e un “GPS naturale”. Il maresciallo, erede di una tradizione familiare di colombofili, si prende cura quotidianamente di queste creature: le nutre, le cura, ne controlla la salute. Ma nessuno di loro è più addestrato per trasportare messaggi, perché «ufficialmente non esiste alcun rischio di blackout nazionale, e tutte le comunicazioni moderne sono protette da gabbie di Faraday», precisa il sottufficiale.

Tuttavia, il simbolismo resta. E la storia di questi animali continua a essere onorata durante le cerimonie ufficiali e nelle visite museali, dove si raccontano le imprese di piccioni come Gustav, che durante lo sbarco in Normandia trasmise un messaggio fondamentale alla Gran Bretagna, meritando la prestigiosa medaglia Dickin, riconoscimento militare per animali.

Piccionaia militare, una tradizione che resiste al tempo

Il servizio di colombofilia militare francese fu istituito formalmente durante la guerra franco-prussiana del 1870, con un ruolo chiave durante le due guerre mondiali, quando le tecnologie moderne erano ancora troppo fragili per garantire le comunicazioni in battaglia. L’ultimo utilizzo operativo risale alla guerra d’Algeria, mentre l’unità fu ufficialmente sciolta nel 1961, per ordine del generale De Gaulle.

Nonostante la fine della loro funzione militare, i piccioni viaggiatori non sono mai scomparsi del tutto. Continuano a volare nei cieli di Parigi, testimoni muti ma eloquenti di una storia di resistenza, ingegno e sacrificio. «Oggi il loro addestramento non è più per la guerra – conclude Sylvain – ma il loro esempio resta vivo, come tributo alla memoria dell’esercito e della comunicazione che ha cambiato il corso della storia».

In un’epoca in cui le guerre si combattono con droni e cybersicurezza, tra i bastioni del Mont-Valérien sopravvive un angolo di passato che sa ancora parlare, anche senza parole.