Pippo Baudo, il testamento da 10 milioni divide tra figli e segretaria

Pippo Baudo e la figlia Tiziana alla serata dei Telegatti 2001

Il 16 agosto Pippo Baudo si è spento a Roma, lasciando un vuoto che ha scosso il mondo dello spettacolo e milioni di telespettatori che lo hanno seguito in sessant’anni di carriera. Ieri, a Bracciano, nello studio del notaio Renato Carraffa, sono state aperte le sue volontà. Un momento solenne, carico di attese e inevitabili emozioni, alla presenza dei figli Tiziana e Alessandro e della sua segretaria storica Dina Minna.

La notizia, riportata dal Messaggero, ha fatto subito discutere: Dina Minna, 54 anni, al fianco del conduttore sin dagli anni Ottanta, ha ricevuto un’eredità pari a quella dei figli. Non una sorpresa per chi conosceva il rapporto speciale che li legava, ma certo una decisione che ribalta i tradizionali equilibri familiari. Baudo non si è limitato a ringraziarla con un gesto simbolico: ha riconosciuto formalmente il ruolo che questa donna ha avuto nella sua vita, non solo come assistente ma come punto fermo, presenza quotidiana e figura quasi familiare.

Da semplice collaboratrice, Dina Minna è diventata la persona di fiducia che ha gestito agende, contratti, spostamenti e, negli ultimi anni, la quotidianità del conduttore. Una dedizione che si è vista anche nelle fasi finali della malattia, quando è stata lei a occuparsi dei dettagli delle esequie e a sostenere i figli nelle incombenze pratiche. Pippo, uomo che ha sempre difeso con discrezione la sua vita privata, ha voluto che anche nel testamento questa fedeltà trovasse il giusto riconoscimento.

Il patrimonio complessivo è stimato intorno ai 10 milioni di euro. Una cifra che racconta l’enorme eredità materiale di un uomo che ha segnato la storia della televisione italiana. Dentro ci sono i compensi accumulati in decenni di programmi, dai grandi varietà Rai fino ai tredici Festival di Sanremo da lui condotti, ma anche i diritti d’immagine, i contratti pubblicitari, e una serie di attività imprenditoriali avviate in Sicilia.

La parte più consistente, circa 5 milioni di euro, riguarda le proprietà immobiliari. Baudo possedeva case a Roma, una residenza a Fiano Romano e diversi immobili in Sicilia, tra Noto e Siracusa. Un patrimonio costruito con tenacia e prudenza, senza eccessi, coerente con il carattere di un uomo che ha sempre preferito la sostanza al clamore.

L’apertura del testamento, inevitabilmente, alimenta domande e speculazioni. Non è escluso che Baudo abbia previsto donazioni o destinato parte delle sue risorse a iniziative benefiche. La sua generosità, raccontata da amici e colleghi, spesso si è esercitata lontano dai riflettori. C’è chi sostiene che abbia lasciato disposizioni per sostenere associazioni legate alla musica e alla cultura, due pilastri della sua vita professionale e personale.

Alessandro Baudo il figlio di Pippo e la figlia Tiziana Baudo

Al di là delle cifre e delle percentuali, la decisione di includere Dina Minna allo stesso livello dei figli segna il tratto più intimo di questo testamento. Baudo non ha voluto fare distinzioni tra legami di sangue e legami di vita, premiando chi gli è stato accanto con lealtà assoluta. È un gesto che fotografa, forse più di ogni discorso, la sua concezione di famiglia allargata, fatta di affetti autentici e non solo di vincoli giuridici.

Il clamore mediatico che inevitabilmente accompagna l’apertura del testamento stride con la riservatezza con cui Baudo aveva sempre gestito la sua vita lontano dalle telecamere. Ma allo stesso tempo conferma quanto la sua figura resti centrale nell’immaginario collettivo. Pippo non è stato solo un presentatore: è stato il volto della tv italiana in momenti cruciali, dall’epoca d’oro dei varietà alla nascita dei grandi talent, accompagnando più generazioni.

La sua ultima lezione, affidata a un atto notarile, è un invito a guardare oltre le convenzioni. Con quel gesto verso la segretaria che lo ha seguito per quasi quarant’anni, Baudo ha riconosciuto che la fedeltà, l’affetto e la presenza quotidiana valgono quanto e più dei legami di sangue. È forse il modo più autentico per chiudere una vita vissuta sempre davanti alle telecamere ma profondamente radicata nei valori privati.