Tre milioni di veicoli che ogni giorno attraversano il Paese senza alcuna copertura assicurativa. È un numero talmente alto da apparire surreale, eppure è la fotografia precisa scattata dall’Ania incrociando i dati delle polizze Rc auto con quelli del parco circolante registrato alla Motorizzazione. Significa che quasi un’auto su sedici non è in regola. E mentre la politica discute di incentivi, transizione elettrica e nuovi standard europei, il problema più basico — assicurare la propria macchina — ha raggiunto dimensioni che nessun governo può più ignorare.
Il dato nazionale è passato dal 5,2% del 2021 al 6,1% del 2024: quasi un milione di veicoli fantasma in più in tre anni. L’anomalia geografica resta evidente: le isole e il Sud continuano a guidare la classifica dell’irregolarità. A Napoli la proporzione sfiora il paradosso: un veicolo su sette circola senza polizza. A Reggio Calabria il rapporto è uno su dieci. Una costante che si ripete da anni, tra difficoltà economiche, scarsa percezione del rischio e una tradizione radicata di comportamenti elusivi.
La vera novità, però, arriva dal Nord. In appena due anni lì si è registrato l’aumento più clamoroso: 300 mila mezzi in più che circolano fuori legge, un +53,5% che rovescia lo schema tradizionale secondo cui l’irregolarità era concentrata nel Meridione. A Milano il tasso sale al 7,2%, a Torino al 6,7%, a Trento al 6,5%. Ma la città che sorprende più di tutte è Aosta, dove l’11,3% delle auto è privo di assicurazione. Una percentuale che supera addirittura quella di molte aree tradizionalmente problematiche del Sud.
Secondo gli analisti dell’Ania, la crescita è legata soprattutto a due elementi. Il primo è l’aumento del numero di veicoli in circolazione, più marcato al Nord nell’ultimo anno. Il secondo è la scarsa efficacia dei controlli. Per rendere davvero automatico il rilevamento delle auto non assicurate basterebbe utilizzare dispositivi già presenti: Tutor, Ztl, autovelox, telecamere di sorpasso, persino i sistemi collegati ai caselli autostradali. Ma da dodici anni manca il decreto ministeriale che deve autorizzare l’uso dei lettori di targa a fini assicurativi. Una lacuna normativa che paralizza qualunque operazione tecnologica su larga scala.
E così il rischio percepito dagli automobilisti è minimo. Eppure le sanzioni non sono leggere: multe che partono da 866 euro e arrivano oltre 3.400, cinque punti in meno sulla patente e sequestro immediato del veicolo. Nonostante questo, l’Ania stima che il fenomeno produca un danno diretto al sistema Rc auto da un miliardo di euro, a cui va aggiunto un mancato gettito fiscale di oltre 280 milioni. Un costo collettivo che finisce per pesare sui premi pagati dagli automobilisti in regola.
Ma ai veicoli fantasma si sommano le truffe, ormai diventate un settore parallelo del mercato assicurativo. Siti professionali, nomi plausibili, loghi che imitano alla perfezione quelli delle compagnie autorizzate. Il meccanismo è sempre lo stesso: si promettono polizze a prezzi stracciati, si incassa il bonifico e poi si sparisce. In altri casi il truffatore invia documenti di copertura perfettamente realizzati, che però non hanno alcun valore. Chi scopre il raggiro lo fa quasi sempre troppo tardi, spesso dopo un controllo o un incidente.
L’Ivass invita a controllare due registri ufficiali — Albo delle imprese e Ruolo degli intermediari — ma nella maggior parte dei casi gli utenti non effettuano nessuna verifica preventiva. I siti più sofisticati giocano anche sull’inganno tipografico: basta alterare una lettera nel nome di una compagnia per sembrare credibili. È sufficiente un dettaglio per convincere un cliente distratto o in cerca di risparmio.
Per contrastare questo ecosistema parallelo, l’Ania ha elaborato linee guida destinate alle compagnie. Un piano che punta a riconoscere pattern ricorrenti, monitorare i siti sospetti e collaborare con l’Ivass per la loro rimozione rapida. Nel solo 2024, la Centrale antiphishing ha individuato oltre seimila siti clone, chiusi con un tempo medio di disattivazione di tre ore. Un segnale di efficienza, ma la quantità di piattaforme che continuano a spuntare indica che siamo davanti a un fenomeno ancora lontano dall’essere domato.
E mentre i controlli su strada restano scarsi, le truffe si moltiplicano e le auto non assicurate aumentano, il sistema si regge su un equilibrio fragile. Chi rispetta le regole paga anche per chi sceglie di ignorarle. E chi rimane coinvolto in un incidente con un’auto fantasma sa già che sarà un percorso ad ostacoli: nessun risarcimento, tempi lunghi, intervento del Fondo di garanzia e una burocrazia complessa. Un’altra storia tutta italiana, dove a rimetterci sono soprattutto quelli che fanno le cose per bene.







