A Palazzo Valentini il convegno promosso da Accademia Calabra, Rotary e Città Metropolitana di Roma. Al centro il Ponte sullo Stretto e il futuro del Mezzogiorno
La Calabria come cuore pulsante del Mediterraneo, crocevia di connessioni e simbolo di un’Italia che vuole guardare avanti. È questo il messaggio emerso dal convegno “Un ponte per crescere”, organizzato a Palazzo Valentini da Accademia Calabra, Città Metropolitana di Roma Capitale e Rotary Club.
L’evento, che ha visto la partecipazione di esponenti politici, accademici e rappresentanti delle istituzioni, ha riunito intorno allo stesso tavolo l’amministratore delegato della Società Stretto di Messina Pietro Ciucci, il direttore tecnico Valerio Mele, e studiosi come Leandra D’Antone e Agostino Nuzzolo.
Dopo i saluti di Domenico Naccari (vicepresidente Accademia Calabra e vicepresidente Rotary Club Roma Colosseo), Massimo Ferrarini (capogruppo FdI Città Metropolitana Roma), Federico Rocca (consigliere Roma Capitale), Domenico Nucera (presidente RC Nicotera Medma), Francesco Ingegnere (presidente RC Polistena) e Alessandra Zagarella (presidente RC Villa San Giovanni), si è aperta la sessione di interventi tecnici e accademici.
A moderare l’incontro, i giornalisti Santo Strati e Domenico Marocchi.
Un ponte per crescere, i relatori: tra tecnica, visione e territorio
Pietro Ciucci, amministratore delegato Società Stretto di Messina, ha illustrato l’avvio della nuova fase del progetto, sottolineando “l’ingresso nella fase realizzativa” dell’opera. Valerio Mele, direttore tecnico della stessa società, ha spiegato i dettagli del progetto definitivo, ribadendo l’impegno per una realizzazione sostenibile e innovativa.
Leandra D’Antone, professoressa senior di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma, ha approfondito il tema del “Ponte euromediterraneo”, come simbolo di connessione tra culture e popoli. Agostino Nuzzolo, professore ordinario di Ingegneria dei trasporti all’Università di Roma Tor Vergata, ha parlato della sfida di una “grande opera multifunzionale”, sottolineando le implicazioni logistiche e ambientali.
Un ponte per crescere, Saccomanno: “Il Ponte è la scommessa del secolo”
Tra gli interventi più applauditi, quello di Giacomo Francesco Saccomanno, presidente dell’Accademia Calabra e consigliere della Società Stretto di Messina, che ha ribadito il valore strategico e simbolico del progetto.
“La Calabria è il cuore del Mediterraneo, un punto centrale per la crescita dell’intero Paese. Unire la Sicilia al continente significa unire due anime d’Italia, aprendo una nuova stagione di sviluppo e di opportunità”, ha dichiarato Saccomanno.
Nel suo intervento ai nostri microfoni ha definito il Ponte sullo Stretto “una delle più grandi opere del mondo”, un’infrastruttura destinata a cambiare il volto del Sud: “Questa è una scommessa enorme, un momento che non tornerà più. Fermarla ora sarebbe un errore storico.”
Il presidente dell’Accademia non ha nascosto la sua delusione per le recenti incertezze sul percorso del progetto: “È una cosa inspiegabile, che ci ha lasciati perplessi e arrabbiati. Dopo tutto il lavoro fatto, non pensavamo di trovarci in questa situazione. Mi auguro che ci siano motivazioni forti, ma come Accademia Calabra e come Società Stretto di Messina andremo fino in fondo: non possiamo permettere che si blocchi un momento di crescita, significherebbe condannare un intero territorio al degrado”.
Premio Accademia Calabra 2025 a Raoul Bova: “La Calabria che unisce e fa ritrovare”
Momento particolarmente sentito della serata, la consegna del Premio Accademia Calabra 2025 a Raoul Bova, per “la sua straordinaria carriera di interprete, capace di conquistare il pubblico nazionale e internazionale”.
Il riconoscimento, realizzato dal maestro Michele Affidato, vuole rappresentare un simbolo di rete, radici e appartenenza, in linea con la missione dell’Accademia Calabra: unire eccellenze e identità in un grande progetto di promozione culturale. Nel suo intervento, l’attore ha ringraziato per il premio con parole che hanno commosso la platea: “La Calabria unisce e fa ritrovare. È difficile essere profeti in patria, ma quando la propria terra ti riconosce, capisci che il legame non si è mai spezzato”.








