La Commissione di Vigilanza Rai resta bloccata. Anche ieri, per la dodicesima volta, la maggioranza non si è presentata facendo mancare il numero legale e impedendo il voto sulla presidente designata, Simona Agnes. È un copione che va avanti da oltre un anno e che ha paralizzato l’organismo che dovrebbe vigilare sul servizio pubblico, lasciando in sospeso tutte le questioni aperte sulla governance di viale Mazzini. «Penso che ormai sia andata, ci ho provato in tutti i modi», ha commentato la presidente della bicamerale, Barbara Floridia, intervenendo a Un Giorno da Pecora su Radio1. «Se mi sono arresa? Sì, ma spero sempre nel miracolo».
Floridia ha ricordato che l’ufficio di presidenza della commissione ha approvato all’unanimità la trasmissione al Copasir degli atti secretati dell’audizione di Sigfrido Ranucci del 5 novembre, sottolineando che «o non facciamo niente o decidiamo all’unanimità». Nessun dettaglio sui contenuti, coperti dal segreto, ma un richiamo al lavoro istituzionale che dovrebbe accompagnare la vigilanza sul servizio pubblico. Il condizionale è inevitabile: la commissione è di fatto ferma. Dalla fine di settembre 2024 non si è più riunita se non per delibere tecniche, mentre sulla presidenza resta l’ostacolo dei due terzi necessari per ratificare Agnes, un quorum che la maggioranza non è in grado di raggiungere.
Per evitare una bocciatura formale, la destra ha scelto di far mancare sistematicamente il numero legale, congelando ogni votazione. Nel frattempo sono stati tentati escamotage giuridici per sfruttare situazioni di emergenza, ipotesi contestate dall’opposizione e su cui dovrebbe pronunciarsi il presidente del Senato Ignazio La Russa, che però non ha ancora preso una decisione. Floridia ha chiesto più volte uno sblocco, per ora senza esito. Il risultato è una bicamerale immobile, mentre il servizio pubblico vive mesi di tensioni interne e scelte controverse.
La convocazione di ieri è stata l’ennesima occasione persa. Di nuovo il numero legale non c’era, di nuovo tutte le questioni in sospeso sono state rimandate. Tra queste l’audizione dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi, che dal suo insediamento non è ancora mai stato ascoltato dalla Vigilanza. Non ci sono state audizioni sulla situazione di Raisport e del suo direttore Paolo Petrecca, né sui tagli agli approfondimenti decisi negli ultimi palinsesti. Rimangono bloccati anche i confronti sulla riforma della governance Rai: l’opposizione rivendica di aver presentato una proposta unitaria, ma in commissione non c’è stata alcuna discussione. Sono argomenti che in condizioni normali troverebbero spazio in commissione, ma che ora scorrono fuori da un organismo che non riesce più a esercitare il proprio ruolo.
Lo stallo avrebbe già un impatto sui costi. La commissione di Vigilanza, formata da quaranta tra deputati e senatori, continua a pesare sul bilancio parlamentare pur essendo inattiva. La presidente Floridia riceve 1.500 euro mensili in aggiunta all’indennità, cifra che il suo staff sostiene venga interamente restituita al Movimento 5 Stelle per progetti di beneficenza. Ma resta comunque uno stanziamento pubblico destinato a remunerare un’attività che non si svolge. Le vicepresidenti Augusta Montaruli e Maria Elena Boschi ricevono un’indennità più ridotta, così come i segretari Ouidad Bakkali e Stefano Candiani: nel complesso l’ufficio di presidenza costa oltre 100mila euro per più di dodici mesi di inattività, considerando anche le stime sui rimborsi aggiuntivi.
Ai costi politici si sommano quelli amministrativi. I tre funzionari che lavorano esclusivamente per la commissione continuano la loro attività ordinaria, gestendo interrogazioni e documenti, anche se l’organismo non si riunisce quasi mai. A ciò si aggiunge il budget aggiuntivo di circa 3.000 euro per i collaboratori del presidente, previsto da regolamento per tutte le commissioni. Una macchina che resta accesa anche quando non produce risultati.
Nel frattempo, in attesa di una soluzione, la presidenza è esercitata ad interim da Antonio Marano, che gestisce le dinamiche della governance in un contesto di sospensione prolungata. Agnes resta in attesa della conferma, ma che da dodici convocazioni non si riesce nemmeno a mettere ai voti. L’impressione, condivisa da molti osservatori, è che la paralisi possa proseguire finché gli equilibri interni della maggioranza non cambieranno. Per la Vigilanza Rai, intanto, un organismo che dovrebbe garantire trasparenza e controllo si trova nella situazione paradossale di non poter esercitare la propria funzione, mentre i costi continuano a sommarsi.







