“All’incoronazione non lo voglio”. Sarebbero queste le parole, nette e inequivocabili, pronunciate dal principe William dopo l’ennesimo scandalo che ha travolto lo zio Andrea, il duca di York, per i suoi legami con il miliardario pedofilo Jeffrey Epstein. Una frase che segna il punto di non ritorno nei rapporti tra l’erede al trono e il fratello minore di re Carlo III, già costretto nei mesi scorsi a rinunciare a titoli, ruoli ufficiali e prestigiosi ordini cavallereschi.
Andrea, 64 anni, ha infatti annunciato la rinuncia formale al titolo di duca di York, a quelli di conte e barone, e all’appartenenza all’Ordine della Giarrettiera, la più antica onorificenza del Regno Unito. Una decisione che i giornali britannici definiscono tutt’altro che spontanea: dietro le quinte, infatti, avrebbero agito le forti pressioni di Buckingham Palace, con Carlo e William determinati a “ripulire” l’immagine della monarchia.
Ma per William la punizione non è sufficiente. Secondo quanto rivelato dal Sunday Times, il futuro re d’Inghilterra avrebbe già manifestato la volontà di vietare allo zio di partecipare alla sua incoronazione, il giorno in cui salirà al trono. Non solo: qualora Carlo non intervenisse prima, William sarebbe intenzionato a privarlo anche dell’appellativo di “principe”, titolo che Andrea porta dalla nascita in quanto figlio di una sovrana. Un gesto che equivarrebbe a una damnatio memoriae moderna, destinata a relegarlo definitivamente ai margini della famiglia reale.
Un altro nodo riguarda la residenza di Windsor, dove Andrea continua a vivere. Si tratta del Royal Lodge, un “cottage” solo di nome: trentadue stanze, giardini, personale fisso e un affitto simbolico concesso ai tempi della regina Elisabetta. Secondo le indiscrezioni, William vorrebbe che lo zio ne venisse sfrattato, trasformando l’edificio in una residenza ufficiale per altri membri della famiglia
Intanto emergono nuovi dettagli imbarazzanti. Il Mail e il Telegraph hanno pubblicato documenti che indicano come Andrea avrebbe chiesto alla polizia di Scotland Yard di raccogliere informazioni compromettenti sulla sua accusatrice, Virginia Giuffrè Roberts, che lo aveva indicato come uno degli uomini con cui era stata costretta a rapporti sessuali quando era minorenne, su presentazione dello stesso Epstein. In pratica, avrebbe tentato di usare la polizia per screditare la vittima e smontare le accuse.
Dopo mesi di pressioni mediatiche e procedimenti giudiziari, Andrea aveva poi accettato un patteggiamento extragiudiziario versando a Giuffrè un indennizzo di 12 milioni di sterline. Ma da dove provenivano quei soldi? Secondo il Guardian, la questione potrebbe riaprirsi con un’indagine ufficiale sulla provenienza dei fondi: il principe, infatti, non disponeva di quella somma. All’epoca si disse che fosse stata la regina Elisabetta a intervenire per evitare l’umiliazione di un processo. Se fosse confermato, l’inchiesta potrebbe rappresentare un nuovo motivo di imbarazzo istituzionale per la Casa di Windsor.
Non è tutto. Il Sun ha rivelato che Epstein, anni prima della sua morte, avrebbe aiutato economicamente Sarah Ferguson, l’ex moglie di Andrea, coprendone alcuni debiti personali. Un intreccio di favori e connivenze che riporta l’ombra del finanziere americano al centro delle vicende del duca.
Mentre Buckingham Palace osserva un silenzio prudente, i tabloid raccontano di un Andrea ormai isolato e depresso, confinato nella sua residenza, costretto a ridurre il personale e tagliare le spese. I figli, Beatrice ed Eugenie, continuano a stargli vicino, ma anche loro evitano di esporsi pubblicamente. William, dal canto suo, vuole evitare che la reputazione della monarchia venga nuovamente macchiata da scandali che riportano alla mente gli anni più difficili della famiglia reale.
Il messaggio è chiaro: nessuno è intoccabile, nemmeno un figlio della regina. Se davvero verrà privato del titolo e del diritto a partecipare alle cerimonie ufficiali, Andrea diventerebbe il primo Windsor a subire un tale isolamento dai tempi di Edoardo VIII, il re che abdicò per amore di Wallis Simpson.
Il futuro del duca di York, dunque, è appeso a un filo. Ufficialmente resta un membro della famiglia, ma solo di nome. Nei fatti, Buckingham Palace lo ha già espulso dal cuore del regno. E quando William indosserà la corona, lo zio potrebbe essere già un fantasma di corte, cancellato dai registri e dai ricordi, come se non fosse mai esistito.