Bari, assolta maestra accusata di video porno con minori

Aula di Tribunale

È stata Daniela Casulli stessa ad annunciare la notizia sui social, pubblicando una foto che la ritrae sorridente con in mano la sentenza di secondo grado: “Assolta perché il fatto non costituisce reato”.

Nel luglio 2024, la maestra di 48 anni era stata condannata dal Tribunale di Bari a 7 anni e 3 mesi di reclusione e a una multa di 75mila euro. Le accuse riguardavano l’adescamento di minorenni sui social e presunti rapporti sessuali in un bed and breakfast del centro di Bari, durante i quali la donna si sarebbe fatta filmare.

Ora, però, la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la sentenza, assolvendo Casulli con formula piena. “Siamo contentissimi – ha dichiarato il suo avvocato, David Terracina – viene restituita dignità ad una donna, e viene riconosciuta la giusta dimensione ad un fatto che non costituisce reato perché rientra nei limiti della legge.”

Secondo la difesa, gli incontri con i ragazzi ci sarebbero stati, ma poiché avevano più di 14 anni ed erano consenzienti, non si configura alcun reato. Inoltre, i video sarebbero stati realizzati e diffusi dagli stessi ragazzi, non dalla donna.

Le indagini erano partite dalle denunce dei genitori dei giovani coinvolti (che non erano suoi alunni). Nel dicembre 2021, Casulli era stata posta agli arresti domiciliari. All’epoca insegnava in una scuola del Nord Italia, dove fu sospesa e poi licenziata.

Le accuse riguardavano due presunti episodi di produzione di materiale pedopornografico e un caso di corruzione di minorenne. Sui social, la donna ha commentato così la decisione: “La Corte d’Appello, con questa assoluzione piena, ha voluto ristabilire il valore della giustizia e della legalità, prendendo chiaramente le distanze da una gestione del processo che aveva mostrato gravi criticità. È una decisione che riafferma che a Bari la Giustizia esiste, che i principi della Costituzione e del Giusto Processo non sono parole astratte, ma garanzie concrete per ogni cittadino.”

In primo grado, il Tribunale aveva anche disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di lavorare o avvicinarsi a luoghi frequentati da minori. Con la nuova sentenza, tutte queste misure sono venute meno.