Il problema più grande nelle carceri umbre riguarda i detenuti psichiatrici. Lo ha dichiarato Giuseppe Caforio, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive, nel corso dell’audizione in terza Commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria. “Siamo davanti a una situazione drammatica – ha detto – dove la civiltà tocca il fondo”.
Caforio ha illustrato la sua relazione annuale 2024, sottolineando il forte sovraffollamento degli istituti, l’assenza di strutture sanitarie adeguate e la carenza di personale psichiatrico. Particolarmente critica la situazione nel carcere di Terni, con oltre 600 detenuti a fronte di una capienza di 420 e almeno 150 soggetti con patologie psichiatriche. “Un detenuto psichiatrico viene visto 3-4 volte l’anno da uno specialista: così non si può impostare alcuna terapia”, ha spiegato il garante.
L’aumento dei trasferimenti dalla Toscana, in vista della nascita del nuovo provveditorato in Umbria, ha aggravato la situazione. La struttura di Capanne, secondo Caforio, viene “usata come un manicomio carcerario”. Manca una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), e molti ergastolani o malati psichiatrici non trovano alternative alla detenzione.
I numeri della crisi: al marzo 2025 i detenuti nelle quattro carceri umbre sono 1.593, a fronte di una capienza regolamentare di 1.324. Il 66% proviene da fuori regione, soprattutto dalla Toscana. Il 25,8% dei detenuti ha pene superiori ai 10 anni (contro una media nazionale del 12,6%) e il 9,6% è ergastolano, il doppio della media italiana.
Le condizioni più critiche si registrano a Perugia-Capanne, con 437 detenuti su 363 posti, e a Terni, con 597 detenuti su 422 posti. Anche Spoleto e Orvieto superano la capienza. In tutti gli istituti si registrano carenze di organico: a Spoleto mancano 50 agenti, a Terni quasi 30.
La sanità penitenziaria è uno dei nodi principali. Secondo la relazione, i detenuti faticano ad accedere a visite specialistiche, farmaci, terapie e percorsi psichiatrici, anche per l’assenza di strumenti come la cartella clinica informatizzata e la telemedicina. Le richieste di trasferimento per motivi di salute o per avvicinarsi alle famiglie rappresentano la quota maggiore delle istanze ricevute dal garante.
Tra le raccomandazioni contenute nel documento: aumentare il personale, creare una Rems in Umbria, trasformare l’osservazione psichiatrica di Spoleto in struttura permanente, garantire il diritto allo studio, incentivare misure alternative alla detenzione e attivare progetti culturali e formativi per il reinserimento sociale.
“La popolazione detenuta – ha concluso Caforio – non è un numero. È fatta di persone. E se anche solo una parte del sistema crolla, a pagarne le conseguenze sono tutti”.