Chiesti il processo per Maria Rosaria Boccia: “Stalking, diffamazione e lesioni ai danni di Sangiuliano”

maria rosaria boccia

La vicenda giudiziaria tra Gennaro Sangiuliano e la sua ex compagna, l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, entra nella fase decisiva. I pubblici ministeri della Procura di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio per la donna, accusata di una serie di condotte che, secondo gli inquirenti, costituirebbero un vero e proprio piano persecutorio ai danni dell’ex ministro della Cultura.

L’imputazione proposta dal pm parla chiaro: stalking aggravato, lesioni personali, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum in relazione all’organizzazione di eventi culturali e promozionali. Il fascicolo, aperto più di un anno fa, nasce dalla denuncia presentata da Sangiuliano quando era ancora in carica a Palazzo Chigi.

Secondo la ricostruzione della Procura, Boccia avrebbe messo in atto una serie di comportamenti “ripetuti e ossessivi” nei confronti del suo ex compagno, culminati in episodi di violenza fisica e psicologica. In uno di questi, l’ex ministro avrebbe riportato una ferita alla testa, episodio documentato da una foto allegata agli atti e circolata già nei mesi scorsi sui media. Gli investigatori contestano inoltre alla donna di aver diffuso pubblicamente notizie e contenuti privati, raccolti senza consenso, e di aver fornito informazioni false all’interno del proprio curriculum professionale, con l’obiettivo – scrivono i magistrati – “di accreditarsi in ambienti istituzionali e culturali”.

Un’inchiesta complessa, nella quale sarebbero confluite anche le testimonianze di collaboratori del Ministero della Cultura e di alcuni organizzatori di eventi coinvolti in presunte attività di promozione riconducibili alla stessa Boccia. Al centro dell’indagine, una relazione sentimentale finita male, seguita – secondo gli atti – da una lunga scia di messaggi, appostamenti e minacce velate.

«Ci costituiremo parte civile – hanno dichiarato gli avvocati Silverio Sica e Giuseppe Pepe, legali di Sangiuliano –. È il primo passaggio giudiziario che conferma la verità del nostro assistito. Siamo certi che il processo accerterà la fondatezza di tutte le ipotesi accusatorie formulate dalla Procura».

Boccia-Sangiuliano

La difesa della donna respinge invece ogni accusa, sostenendo che la loro assistita sarebbe vittima di “una narrazione distorta, alimentata da un contesto mediatico ostile”. Gli avvocati di Boccia parlano di “fraintendimenti, non di reati”, e sottolineano che «la relazione con Sangiuliano era caratterizzata da alti e bassi ma non da persecuzioni o violenze».

Il giudice dell’udienza preliminare dovrà ora decidere se accogliere la richiesta dei pm e aprire il processo. In caso di rinvio a giudizio, l’ex ministra dovrà rispondere in aula delle accuse più pesanti, a partire dallo stalking aggravato, reato che prevede pene fino a sei anni e mezzo di reclusione.

La storia tra i due era già finita sotto i riflettori per la sua natura tormentata. Dopo la rottura definitiva, Sangiuliano aveva raccontato di aver vissuto mesi di “pressioni continue e comportamenti ossessivi”, culminati in episodi che lo avevano costretto a rivolgersi alla magistratura.

Nelle scorse settimane, l’ex ministro ha scelto di non commentare pubblicamente l’evolversi dell’inchiesta, limitandosi a ribadire “piena fiducia nella giustizia”. Più teso, invece, il clima negli ambienti giudiziari, dove il caso viene considerato “delicato” anche per il ruolo istituzionale che Sangiuliano ha ricoperto fino a pochi mesi fa.

Secondo indiscrezioni, tra le prove raccolte ci sarebbero anche audio, messaggi e registrazioni di conversazioni private, oltre a una serie di documenti relativi all’attività professionale della donna nel settore della comunicazione.

La Procura ha escluso la possibilità di un’archiviazione, ritenendo “evidente la sussistenza di condotte reiterate e idonee a determinare uno stato di ansia e timore” nella persona offesa.

Se il Gup confermerà la richiesta, il processo a Maria Rosaria Boccia potrebbe aprirsi già entro la fine dell’anno. In aula, l’ex ministro della Cultura sarà presente non solo come testimone, ma anche come parte civile. «Sarà il momento della verità – ha detto uno dei suoi legali – dopo mesi di insinuazioni, sarà finalmente la giustizia a parlare».