Il Tribunale di Tempio Pausania ha emesso la sentenza molto attesa: Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, è stato condannato a 8 anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo. La stessa pena è stata inflitta a Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, mentre a Francesco Corsiglia ha condanna a 6 anni e 6 mesi.
Il caso risale alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 a Porto Cervo, quando – secondo l’accusa – le due studentesse diciannovenni presenti nella villa di Grillo furono costrette a subire rapporti sessuali di gruppo. Una delle violenze sarebbe stata anche ripresa con il telefono. I giudici hanno ritenuto fondate le ricostruzioni della procura, che parlavano di un contesto di abuso di alcol e di una condizione di incapacità di opporsi da parte delle ragazze.
Il processo, durato oltre quattro anni, è stato segnato da momenti di forte tensione, anche per l’esposizione pubblica di Beppe Grillo a difesa del figlio. La linea della difesa ha sempre sostenuto che i rapporti fossero consensuali, sottolineando contraddizioni nelle testimonianze delle vittime. Una tesi che però non ha convinto i giudici.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane. La difesa ha già annunciato ricorso in appello, aprendo così una nuova fase giudiziaria che si annuncia altrettanto lunga e complessa.
La condanna segna un punto cruciale in una vicenda che ha diviso l’opinione pubblica, sollevando domande non solo sulla responsabilità penale degli imputati, ma anche sul rapporto tra potere, fama e giustizia.