Da Roma nuova bomba giudiziaria sulla Regione (e su Daffinà): perquisizioni per un appalto milionario a Engineering

Un appalto monitorato dalla Procura di Roma, una serie di perquisizioni finora sconosciute e una nuova bomba giudiziaria che minaccia di esplodere nel Palazzo dei calabresi. La storia inizia nell’anonima stanza di una caserma della Guardia di finanza della Capitale: lì, un dipendente di Engineering Ingegneria Informatica spa denuncia un presunto sistema illecito che porterebbe, a suo dire, direttamente in Calabria. Il sistema sarebbe legato all’aggiudicazione di alcune procedure di gara indette dalla Regione proprio a Engineering. Il meccanismo avrebbe aperto le porte giuste e oliato i giusti ingranaggi in cambio del «pagamento di prestazioni di intermediazione», così annotano i militari.

Uno dei protagonisti – tra gli indagati – è Antonino Daffinà: commercialista, stretto collaboratore del governatore calabrese Roberto Occhiuto, sub commissario nazionale alla depurazione ed esponente di Forza Italia. Molti incarichi ma nessuno alla Cittadella regionale, dove, però, secondo un’altra inchiesta della Procura di Catanzaro, si sarebbe mosso con disinvoltura per favorire alcune strutture sanitarie convenzionate per le quali lavorava come consulente.

L’intervento di Daffinà su «pubblici ufficiali da identificare»

Anche i magistrati romani credono che Daffinà abbia agito in un ambito non suo: lo accusano di turbativa d’asta in concorso con altre tre persone: Dario Buttitta (63 anni, palermitano residente a Segrate), Guglielmo Boschetti (65 anni, di Chieti) e Danilo Lucangeli (68 anni, di Carsoli, provincia de L’Aquila). I nodi portano di nuovo alla Regione, dove i quattro avrebbero cercato di influenzare la procedura d’affidamento successiva all’accordo quadro Consip “Gara servizi applicativi in ottica cloud e Pmo (Project management office)”. Come? Con una «indebita intercessione verso il dipartimento della Transizione digitale e Attività strategiche».

L’ipotesi investigativa è che, dopo l’aggiudicazione dell’accordo quadro nazionale da parte di Engineering (assieme ad altri tre raggruppamenti temporanei di imprese), Daffinà sarebbe intervenuto «presso pubblici ufficiali da identificare» per favorire il raggruppamento della società romana per la realizzazione di due progetti: “Evoluzione dei sistemi informativi regionali” e “Numero unico di Emergenza 112”.

È quel «pubblici ufficiali da identificare» uno dei passaggi più preoccupanti per la burocrazia (e non solo) calabrese: il decreto di perquisizione notificato lo scorso 27 giugno dispone l’esame di chat, tablet e pen drive e anche delle chat degli indagati per chiarire meglio i contorni dell’affare denunciato dal dipendente del colosso informatico ai militari della Finanza. A Catanzaro c’era davvero qualcuno pronto a raccogliere i presunti input provenienti dalla Capitale? Lo diranno i prossimi passaggi dell’inchiesta.

L’ipotesi della Procura sul sub appalto: «Parte del denaro a Daffinà»

Tornando alle ipotesi, l’aggiudicazione a Engineering sarebbe soltanto il primo passaggio della vicenda finita sotto i riflettori della Procura di Roma.

Qualche elemento in più: Buttitta finisce nell’inchiesta come vice presidente della società, Boschetti sarebbe legato invece a un’altra azienda – Perfexia – amministrata da Lucangeli e in rapporti con Engineering.

Proprio Perfexia, secondo quello che gli inquirenti definiscono «il pactum sceleris» sarebbe entrata nell’affare dell’informatica in Calabria come sub appaltatrice, «con fatturazione verso Engineering pari al 10% del valore totale della gara». Le tracce di lavoro per gli investigatori non finiscono qui: a valle del sub appalto «parte del denaro doveva essere versato a Daffinà». Anche questa una teoria da dimostrare con riscontri e accertamenti.

Il lotto da 132 milioni di euro

Per capire come Daffinà finisce nell’inchiesta bisogna tornare nella caserma della Gdf, dove il dipendente di Engineering decide di denunciare il suo capo per una serie di pressioni che considera sospette. La premessa è la partecipazione a un Accordo quadro Consip aggiudicato nell’estate 2022, il 4 agosto.

È il lotto 5 quello intorno al quale ruota la vicenda: la procedura di gara che riguarda la macro-area Centro-Sud va a quattro aggiudicatari: l’importo vale 132 milioni di euro.

Una volta chiusa la gara, le amministrazioni locali (e tra queste la Regione Calabria) possono individuare tra i gruppi selezionati da Consip (i quattro aggiudicatari) quello a cui assegnare la realizzazione dei servizi. La corsa ad accaparrarsi la fetta milionaria della torta inizia qui. Per la Calabria uno dei concorrenti è proprio il raggruppamento temporaneo di imprese al quale partecipa Engineering.

Le pressioni per il sub appalto

È qui che inizierebbero le pressioni: al dipendente viene chiesto di andare in Calabria il 9 agosto per incontrare Guglielmo Boschetti, presentato come un socio di Perfexia.

Non ce la fa, ha impegni familiari: capirà qualche tempo dopo quale sia lo scopo dell’incontro, almeno per come lo presenta ai finanzieri. Il 29 agosto vede Boschetti e quello gli spiega che la “sua” società avrebbe dovuto lavorare in sub appalto al 10% del totale dei contratti da stipulare con la Regione Calabria e fa riferimento a «un pubblico ufficiale». Gli dice anche quali sono i contratti dei quali dovrà occuparsi: Numero unico delle emergenze (firmato nell’ottobre 2022) per un importo di circa 4 milioni di euro e Sistemi informativi regionali (firmato nel gennaio 2023), per un importo di 3,3 milioni di euro.

Per il testimone il sub appalto non ha senso, non serve. Anzi, se l’idea dovesse concretizzarsi, il progetto andrebbe in perdita economica. Buttitta però (è sempre il racconto reso ai finanzieri) conferma e chiarisce: il 10% si riferisce solo alla quota che spetta a Engineering, non a tutto l’appalto.

L’incontro con Daffinà in un ristorante a Roma

Il whistleblower si fida ancora meno: Boschetti non lo convince e le ricerche su Google non aiutano. I suoi capi però insistono e, così dice, lo avrebbero costretto a incontrarlo ancora in un ristorante nei pressi della Cassazione. A tavola, il dipendente di Engineering non trova solo il “socio” di Perfexia ma anche un’altra persona: Antonino Daffinà, che, secondo gli inquirenti, avrebbe confermato di essere amico di Boschetti e si dice al corrente delle attività di Engineering in Calabria. Poi va via e lascia i due ai loro discorsi sulla gara informatica. Che sarebbero diventati ancora più espliciti: Boschetti avrebbe spiegato che i contratti sarebbero stati affidati grazie all’intervento di Daffinà, dunque avrebbe fatto meglio a sbrigarsi con le pratiche per il sub appalto in modo che lui potesse fatturare. Infine, circostanza tutta da verificare, avrebbe detto che la maggior parte di quelle somme sarebbero finite a Daffinà che, nel frattempo, aveva lasciato il locale.

È l’inizio di un racconto che continua con l’analisi delle fatture dei protagonisti, i riscontri e la rappresentazione di un clima che, in Engineering, si sarebbe fatto sempre più teso pur di coinvolgere nell’affare la società di Boschelli.