Un grave atto vandalico ha colpito uno dei luoghi simbolo della memoria democratica italiana. A Roma, sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, è stata danneggiata la lapide in marmo posta davanti al monumento dedicato a Giacomo Matteotti.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Flaminia, che hanno effettuato un sopralluogo e avviato i rilievi tecnico-scientifici per cercare di risalire ai responsabili. L’ipotesi principale è quella di un gesto deliberato e simbolicamente mirato.
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, si è recato personalmente al monumento per verificare quanto accaduto. “Ho voluto testimoniare il mio sdegno personale e la vicinanza del ministero della Cultura alla figura di Giacomo Matteotti”, ha dichiarato. Il ministro ha condannato duramente l’accaduto: “Questo atto vandalico è un gesto grave, che colpisce un luogo della memoria civile condivisa. Episodi di questo genere non devono essere sottovalutati: il rispetto per una delle figure fondative della coscienza democratica italiana è un dovere che chiama in causa tutti. Confido nel lavoro delle forze dell’ordine per fare piena luce sull’accaduto – aggiunge Giuli – e assicuro l’immediata disponibilità del ministero della Cultura a collaborare per il ripristino del monumento”.

Il monumento a Matteotti rappresenta un luogo centrale della memoria antifascista in Italia. Il danneggiamento ha sollevato un’ondata di indignazione da parte delle istituzioni e delle forze politiche, che chiedono ora una risposta decisa contro ogni tentativo di riscrittura o offesa della storia democratica del Paese.
Infatti una delegazione del Partito Democratico si è recata sul luogo per esprimere solidarietà e denunciare l’atto vandalico. Erano presenti la segretaria nazionale Elly Schlein, i capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e la coordinatrice della segreteria, Marta Bonafoni. La delegazione ha deposto un mazzo di rose rosse per onorare la memoria di Matteotti.
“Il danneggiamento della lapide dedicata a Giacomo Matteotti e al suo martirio per mano fascista è un atto gravissimo e un insulto alla memoria di una persona che ha pagato con la vita l’aver combattuto per la libertà. Una testimonianza che deve essere di insegnamento, che va ricordata e va difesa. Si faccia luce al più presto per individuare i responsabili e si riporti alla sua integrità il monumento per riaffermare che l’Italia non dimentica i suoi martiri della libertà”, ha dichiarato Schlein in una nota.