Nuovi guai per l’ex pm Mario Venditti: il suo nome spunta nell’inchiesta “Sistema Pavia” insieme all’ex eurodeputato Angelo Ciocca

Garlasco

Non si è ancora chiusa la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto nel caso Garlasco, e per l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti spuntano nuovi guai. Il suo nome, infatti, compare anche nell’inchiesta “Clean 2”, meglio conosciuta come “Sistema Pavia”, coordinata dalla Procura di Brescia e centrata su una presunta rete di relazioni opache tra carabinieri, imprenditori, politici e magistrati.

Un mosaico di contatti, favori e confidenze che, secondo gli inquirenti, avrebbe condizionato per anni la vita pubblica pavese. Tra le figure finite nel fascicolo, oltre a diversi ufficiali e amministratori locali, compare anche l’ex eurodeputato leghista Angelo Ciocca, amico di vecchia data di Venditti. A raccontare il rapporto tra i due è una donna di 41 anni, Cornelia “Brenda” Brindusa, di origini rumene, moglie di Matteo Cipolla, titolare di un’impresa di giardinaggio a San Genesio ed Uniti, alle porte di Pavia.

Brenda è stata convocata nei mesi scorsi in Procura a Brescia per essere ascoltata come persona informata sui fatti. Il suo nome emerge dalle dichiarazioni di uno degli indagati, Carlo Primo Boiocchi, che collabora con i magistrati e avrebbe fornito agli inquirenti dettagli su una rete di contatti “informali” tra Venditti e Ciocca. «Scoppetta – ha raccontato Boiocchi – mi diceva che faceva da tramite, consegnando dei pizzini tra Venditti e Ciocca». Scoppetta, carabiniere forestale in servizio a Pavia negli anni in cui Venditti era procuratore aggiunto, è oggi agli arresti nell’ambito della stessa inchiesta, insieme all’ex ufficiale Maurizio Pappalardo.

Secondo Boiocchi, la coppia Brindusa-Cipolla sarebbe stata coinvolta marginalmente in un episodio di presunto favoritismo: «Il marito aveva preso una multa da seimila euro – ha dichiarato – e grazie all’amicizia di Brenda con Venditti e con il capo di Scoppetta, quella multa sarebbe stata cancellata». La donna, però, respinge ogni accusa e parla di semplici rapporti di amicizia: «A lui mi sono rivolta anche con parole affettuose, come “tesoro”… ci saremo scambiati parole carine, ma non c’è nulla di male. Sia con Mario che con Angelo ero molto affettuosa, forse hanno trovato dei messaggi. Ma non ho niente da nascondere, sono amici di famiglia».

Raggiunta dal quotidiano La Verità, Brenda ha raccontato di considerare l’ex magistrato come «il padre che non ho mai avuto». «Lo chiamo spesso, mi sfogo con lui. Quando lo cerco, c’è sempre, più di mio marito. Mi ha visto piangere, è venuto a casa mia, mi ha asciugato le lacrime. Mi dà forza. Io sono praticamente la sua terza figlia».

Parole che, se da un lato descrivono un rapporto di confidenza, dall’altro alimentano nuovi interrogativi sul legame tra l’ex toga e l’ambiente politico pavese. Venditti, oggi trasferito e in pensione, è già indagato in un altro procedimento sempre a Brescia, quello relativo al caso Garlasco. In quella vicenda, la Procura gli contesta di aver chiesto l’archiviazione di Andrea Sempio – l’amico di Chiara Poggi indicato in una pista alternativa a quella di Alberto Stasi – in cambio di denaro. Accusa che l’ex pm ha sempre negato con decisione.

Nel nuovo filone d’indagine, invece, il suo nome compare accanto a quello di Ciocca e di alcuni ufficiali dell’Arma. Non si parla di reati specifici, ma di presunti rapporti “poco trasparenti” che avrebbero permesso di esercitare pressioni o ottenere favori in ambito amministrativo e giudiziario. Per ora, come precisano gli inquirenti, Venditti non risulta formalmente indagato per il “Sistema Pavia”, ma la sua posizione resta sotto osservazione.

A Pavia, intanto, l’inchiesta ha aperto un vaso di Pandora. Oltre ai due carabinieri arrestati, sono finiti sotto esame appalti pubblici, licenze edilizie e rapporti tra imprenditoria locale e uffici giudiziari. La magistratura bresciana vuole capire se, negli anni, si sia creato un vero e proprio circuito di scambi di favori fondato su conoscenze e protezioni.

Brenda, nella sua versione, descrive un ambiente piccolo e intrecciato, dove tutti si conoscono. Racconta di aver conosciuto Ciocca «sin da giovanissimo», di averlo aiutato «durante qualche campagna elettorale», e di aver incontrato Venditti perché il marito «faceva il giardiniere nel golf club dove il dottore era consigliere di amministrazione». E aggiunge: «Venditti era un tipo solitario, non si fidava di nessuno. Mi diceva spesso che non sopportava Pappalardo e Scoppetta. Non li poteva vedere».

In questa rete di relazioni, tra conoscenze personali e amicizie dichiarate, gli inquirenti cercano di capire dove finiscano i rapporti privati e dove comincino gli eventuali abusi. Per ora, resta il dato politico e giudiziario: il nome di Mario Venditti continua a comparire in fascicoli delicati, da Garlasco a Pavia, con un filo conduttore che unisce il potere, la giustizia e i rapporti d’influenza.

Un intreccio che pesa come un macigno sulla reputazione dell’ex pm, già finito nell’occhio del ciclone per la gestione del caso Poggi e ora di nuovo associato a un sistema di relazioni al limite della legalità. Il “Sistema Pavia” promette nuovi sviluppi. E il nome di Mario Venditti, ancora una volta, è destinato a restare sotto i riflettori.