Rino Gaetano, il genio calabrese del paradosso che parla ancora a tutti. E le sue canzoni diventano immortali. L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani celebra Rino Gaetano, l’unico erede del celebre Fred Buscaglione. Nonostante sono oltre 40 anni dalla morte e 75 dalla nascita, Rino è amatissimo ancora oggi da un grande pubblico, anche dai giovanissimi. Amato e celebrato per il suo , incomprensibile solo all’apparenza, il cantautore autodidatta mescolava abilmente l’ironia con la lotta contro ogni forma di potere che soffocava la libertà dei cittadini.
Quella sua ironica e irriverente forma di protesta in musica, fecero di lui “un’autentica star della musica leggera italiana”, come scrive ora L’Enciclopedia della Musica Contemporanea. Rino viene celebrato come primo “cantautore proletario nel senso in cui lo intendeva Pier Paolo Pasolini”.
Salvatore Antonio “Rino” Gaetano nasce a Crotone nel 1950. Cresce in Calabria fino all’adolescenza, poi si trasferisce a Roma, città che lo accoglie e lo trasforma in una delle voci più originali e amate della musica italiana.
Fin dai suoi primi passi al Folkstudio, Rino mostra di non essere un cantautore come gli altri. I suoi testi sono ironici, surreali, pieni di giochi linguistici, paradossi e nonsense, ma allo stesso tempo raccontano come pochi le contraddizioni dell’Italia degli anni Settanta.
Il paradosso come arma contro il potere
Gaetano non amava la retorica né le ideologie. La sua forza stava nell’uso dell’ironia e del linguaggio surreale per smascherare il potere e le ingiustizie.
Con lui, il nonsense diventa strumento politico: versi apparentemente leggeri e surreali, svelano in realtà la corruzione, le disuguaglianze, l’alienazione dell’uomo moderno.
Il suo stile prendeva ispirazione dal teatro dell’assurdo (Beckett, Ionesco) e da modelli italiani come Jannacci, e guardando ad un mito come Carmelo Bene. Ma Gaetano rimase sempre inclassificabile: unico, scomodo, libero.
Le canzoni che hanno fatto la storia
Ma il cielo è sempre più blu (1975)
È il suo brano più celebre. Un elenco interminabile di vizi, sogni, storture e speranze degli italiani, legati da un ritornello che diventa inno di uguaglianza: per tutti, il cielo è sempre lo stesso.
Un pezzo che ancora oggi viene cantato nelle piazze e nei cortei.
Mio fratello è figlio unico (1976)
Un testo fatto di ossimori e contraddizioni. Un manifesto della solitudine e dell’inadeguatezza nella società.
Aida (1977)
Una ballata dedicata all’Italia, vista come una donna che porta sulle spalle bellezze e contraddizioni. Una dichiarazione d’amore e insieme una critica spietata al Paese.
Nuntereggae più (1978)
Satira feroce, un elenco di nomi illustri e uomini di potere che Gaetano prende di mira senza risparmiare nessuno. Dietro il ritmo allegro c’è una denuncia durissima contro l’élite politica e mediatica. Contro ogni forma di sfruttamento e corruzione.
Berta filava, Spendi spandi effendi e altre
Canzoni che parlano di emarginazione, speculazioni, crisi energetica, alienazione del lavoro. Temi che restano drammaticamente attuali.
Un’eredità che non muore
Rino Gaetano muore giovanissimo, a soli 30 anni, in un incidente stradale a Roma, nel 1981. La sua scomparsa lasciò un vuoto enorme, ma allo stesso tempo segnò l’inizio del mito.
Oggi, a più di quarant’anni di distanza, le sue canzoni sono ancora amatissime. Vengono cantate nei concerti, negli stadi, nelle piazze. Ogni anno si celebra il Rino Gaetano Day a Roma, con migliaia di giovani che scoprono e riscoprono i suoi testi.
La sorella Anna e il nipote portano avanti la memoria con la Rino Gaetano Band, mentre festival, mostre e iniziative continuano a rinnovarne il culto in tutta Italia.
Ed ora il riconoscimento ufficiale della Treccani.
Rino tra Calabria e Roma
Per la sua città natale, Crotone, Rino è rimasto un simbolo. Per tutta la Calabria, Rino è più di una leggenda.
A Roma, dove si formò come artista, ogni anno migliaia di persone si ritrovano per ricordarlo.
Perché piace ancora alle nuove generazioni
Forse perché non ha mai predicato dall’alto, non ha mai usato toni moralistici. Ha raccontato i difetti e i sogni degli italiani con leggerezza e profondità insieme.
La sua ironia, il suo sguardo tagliente ma mai rancoroso, parlano anche ai ragazzi di oggi. Le sue canzoni restano fresche, attuali, capaci di descrivere un’Italia che, sotto molti aspetti, non è cambiata.
Rino Gaetano è stato, ed è ancora, un cantautore calabrese e nel contempo patrimonio nazionale. Con il paradosso e il nonsense ha svelato verità che altri non osavano dire.
Ha dato voce agli ultimi, ha irriso i potenti, ha scritto melodie che restano impresse per sempre.
Oggi le sue parole continuano a vivere, e la sua musica è un ponte tra generazioni.
Il cielo, per tutti, è sempre più blu.
Ernesto Mastroianni