𝐏atty Pravo, una diva senza tempo e quella sua pazza idea

Sfogliando l’album di Moda Mare trovo anche i numeri che a leggerli tutti insieme fanno un po’ impressione: 20 edizioni, 150.000 spettatori, 40 trasmissioni televisive e speciali, oltre 1000 articoli su testate nazionali e regionali, 2000 addetti ai lavori e centinaia di artisti nazionali e internazionali. Mi piace rileggere gli appunti e il segno che alcuni personaggi dello spettacolo mi hanno lasciato.

Nel 2013 arrivò a Moda Mare una vera Diva: Patty Pravo. Come ogni diva che si rispetti: esclusiva, enigmatica, affascinante. L’eterna ragazza del Piper sembrava un personaggio mitologico e leggendario, proprio come il suo nome d’arte. 

Mi raccontò alle prove, nel pomeriggio prima dello show: “il mio nome l’ho inventato una sera, dopo un concerto, mentre mangiavo un piatto di spaghetti con ragazze inglesi che si chiamavano tutte Patty. Io mi sono messa a parlare di Dante, dell’Inferno e delle anime prave e così…”. Così Nicoletta Strambelli è diventata Patty Pravo, un marchio che vale qualcosa come 110 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, un terzo dei quali solo con La bambola. Puntualissima, il suo check era alle 18.00, arrivò alle 17.45, il servizio d’ordine della manifestazione la portò direttamente sul palco. Io ero lì ad aspettarla. Convenevoli e mi domandò subito guardando il parterre: “quanti posti a sedere ci sono?” – Io le spiegai che le sedute erano 2.500 ma che ne sarebbero arrivati, almeno altri 5.000 con posti in piedi. Mi chiese come mai non andava in onda su Rai, notando una organizzazione da Grandi eventi. Abbozzai un sorriso, lasciando trapelare quale fosse il mio pensiero e lei scoppiò a ridere. Entrammo subito in sintonia. Le spiegai quale sarebbe stata la mia intervista sul palco e senza battere ciglio, disse: “mi fido ciecamente, chiedimi quello che vuoi. Tanto io nella vita ho provato tutto”.

Ebbene si, fu la frase che conservo come ricordo preciso e indelebile di quell’incontro con una grande diva.  E oggi, riascoltando il brano “Ho provato tutto”, uscito qualche mese fa,  mi torna alla mente quella giornata tra prove e spettacolo, nell’agosto  del 2013 e come in un film quella risposta che mi diede prima delle prove. Il titolo del brano potrebbe essere anche quello della sua autobiografia.  In effetti, non ha avuto una vita normalissima. Tanto per cominciare, cinque mariti: il batterista e pittore inglese Gordon Fagetter, l’antiquario romano Franco Baldieri, il cantante dei Pooh Riccardo Fogli, il chitarrista americano John Edward Johnson e il bassista inglese Paul Martinez, con cui ebbe una relazione a tre con il chitarrista Paul Jeffrey. E poi, 27 album in studio, 10 partecipazioni a Sanremo, 4 premi della critica vinti, 3 notti in carcere (per presunta detenzione di droga, poi smentita), 2 anni allo Chateau Marmont di Los Angeles, una cover di Playboy, notti brave con Jimi Hendrix e i Rolling Stones, pomeriggi romani con Mario Schifano e Tano Festa; ma soprattutto singoli entrati nell’immaginario collettivo globale come La bambola, Pazza idea, Ragazzo triste o Pensiero stupendo e un look altrettanto unico e inimitabile. Perché, come racconta nella recente intervista alla pubblicazione del suo singolo: “La noia non la conosco, è un sentimento che non ho mai provato!”.

Quella sera, sul palco le chiesi, a chiusura dell’intervista: “Patti ma una pazza idea ce l’hai?” – mi rispose di getto: “Speriamo ne arrivi un’altra!”

Francesco Occhiuzzi