«L’Africa MEDIAta»: tra invisibilità e stereotipi, il racconto dell’Africa nei media italiani

Quale immagine dell’Africa offrono i media italiani? E quanto questa narrazione influisce sulla percezione del continente da parte dell’opinione pubblica? A queste domande ha provato a rispondere la VI edizione de «L’Africa MEDIAta», il rapporto presentato da Amref Health Africa-Italia il 20 maggio a Roma, in occasione del corso per giornalisti organizzato da Ordine dei Giornalisti del Lazio, FNSI, Associazione Carta di Roma e Amref, in vista dell’Africa Day che si celebra il 25 maggio.

Curato dall’Osservatorio di Pavia, il rapporto analizza prime pagine, notiziari e programmi televisivi, «misurando» per la prima volta anche la presenza di africani e afrodiscendenti nei programmi italiani. I risultati confermano una forte marginalizzazione e una narrazione limitata a pochi temi ricorrenti: povertà, migrazione, guerra.

L’africa MEDIAta, quotidiani: meno Africa, più «Africa qui»

Nel 2024, i titoli dedicati all’Africa sulle prime pagine dei sei principali quotidiani nazionali sono calati del 50% rispetto al 2023. Il 77,3% riguarda eventi in Italia o in Occidente: il cosiddetto racconto dell’«Africa qui», come il Piano Mattei o la presenza di afrodiscendenti in eventi sportivi. Solo il 25,2% delle notizie riguarda direttamente l’Africa – l’«Africa là» – e soprattutto in relazione a guerre e terrorismo, in particolare in Sudan e Repubblica Democratica del Congo.

TG: cala la presenza africana, cresce il focus sui migranti

Anche nei telegiornali di prima serata l’Africa è sempre meno presente: dall’1,9% delle notizie del 2023 si scende all’1,2% nel 2024. Tuttavia, cresce la copertura dell’Africa qui, con un 4,5% dell’agenda riferita alla gestione migratoria e al Piano Mattei, triplicata rispetto all’anno precedente.

Programmi TV: la narrazione naturalistica prevale

I programmi di approfondimento e infotainment parlano d’Africa per lo più nei termini di bellezze naturali (30%), cooperazione (23%), guerra e terrorismo (17%). Temi ricorrenti, che contribuiscono a una visione monodimensionale del continente.

Africani in TV: rappresentazione marginale e stereotipata

Per la prima volta, l’Osservatorio ha rilevato la presenza di africani e afrodiscendenti nei talk show: solo l’1,2% su 587 puntate analizzate. Quando presenti, si parla per lo più di condizione femminile nell’Islam (32,2%), infibulazione, immigrazione e disagio nelle periferie. Raramente, con questi ospiti, si affrontano temi legati all’Africa nel suo contesto originario.

Percezione pubblica: Africa sinonimo di povertà e migrazione

L’indagine Ipsos «Africa e Salute» (settembre 2024) ha mostrato un allineamento tra percezione pubblica e racconto mediatico. Alla domanda «Quali parole associ all’Africa?», il 67% degli italiani ha risposto: povertà, malattie, migrazione. Un’immagine cupa, di un’Africa senza speranza, che si riflette nella narrazione mainstream.

L’Africa MEDIAta, il commento di Paola Crestani (Amref Italia)

La presidente di Amref Italia, Paola Crestani, ha ricordato le parole del Presidente Mattarella: «L’Italia è più che mai convinta della necessità che i nostri due continenti affrontino insieme le sfide rivolte oggi alla comunità internazionale». E ha aggiunto: «Il modo in cui si racconta un continente può alimentare paura o costruire ponti. Possiamo essere quel ponte verso l’Africa, ma dobbiamo allargare la conoscenza. Un seme di speranza arriva dai giovani: l’88% della Generazione Z auspica una narrazione più positiva e costruttiva dell’Africa».

Africa Days: cultura, dialogo e futuro

La presentazione del rapporto fa parte del programma Africa Days, una settimana di iniziative promosse da Amref per celebrare l’Africa e promuovere conoscenza, dialogo e cooperazione. Testimonial, eventi culturali e incontri tra mondo profit e no profit per raccontare, finalmente, un’altra Africa. I suoi «giorni più belli», come li definisce Paola Crestani.