Il progetto filantropico creato da Michel Oz: memoria urbana, ricerca estetica e impegno sociale

L’artista Michel Oz

Memoria urbana, ricerca estetica e impegno sociale: questi sono i tre elementi che stanno a cuore a Michel Oz – artista italo argentino che, dallo stand di “Contart Gallery” del Roma Arte in Nuvola, galleria che ospita le sue opere, ci racconta come la sua arte nasca dall’atto rituale di raccogliere frammenti metropolitani.

Porzioni di manifesti consumati dal tempo che provengono dai muri dei quartieri storici di grandi città come Milano, Palermo e Buenos Aires, ma anche dai quartieri più street di Roma, come Ostiense, San Lorenzo e Pigneto, fino alle città di Tokyo e Berlino. Brandelli di vita urbana che l’artista ricompone in nuove narrazioni, trasformandoli in opere uniche, cariche di storia, identità e contemporaneità.

Tra i progetti più significativi, presenti al Roma Arte in Nuvola, spicca “Super-Serie Madonne”, un multiplo di dieci Madonne dell’iconografia classica reinterpretate con dei frammenti pop per dare alla madonna un ruolo più contemporaneo. Questo progetto nasce come esperimento creativo, si è progressivamente trasformato in un potente strumento di denuncia e riflessione sulle condizioni delle donne nel mondo.

Ai microfoni de LaCapitale l’artista spiega che il suo è un tributo a tutte le donne, a tutti coloro che subiscono violenze. Parlando delle sue Vergini Oz afferma che: “Ci sono donne vittime di violenza, donne che sono in guerra, che hanno comunque dei figli da allattare, donne che non hanno paura di dire quello che pensano […], donne che cercano di cambiare le cose”.

“Donna moderna” è invece un’altra delle sue opere esposte: […] “E’ una donna che vive nel suo tempo e non teme il giudizio riguardo la sua sessualità o il proprio modo di esprimere la sua personalità”.

Oz ricorda come, ancora oggi, le donne rappresentino il 60% degli analfabeti globali, lavorino due terzi delle ore lavorative mondiali e percepiscano solo il 10% del reddito globale. A queste disuguaglianze strutturali si aggiungono forme gravi e diffuse di violenza: stupri, mutilazioni genitali, persecuzioni politiche e discriminazioni sistematiche che, troppo spesso, vengono ignorate o percepite come “normali”.