Alla Festa del Cinema di Roma, il tappeto rosso dell’Auditorium Parco della Musica si è trasformato in un palcoscenico di solidarietà e protesta. Circa duecento tra attrici, attori, registi e maestranze del cinema hanno sfilato insieme a UNITA (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) per denunciare i tagli ai fondi destinati al settore cinematografico e audiovisivo italiano.
Durante la serata è stato letto un comunicato congiunto, sottoscritto da UNITA e 100autori, che esprime forte preoccupazione per le scelte del governo e chiede un confronto diretto con il Ministero per la Cultura. “Difendere il cinema significa difendere il lavoro, la dignità e la libertà di espressione”, ha dichiarato il Direttivo di UNITA, ribadendo la necessità di regole eque e di un utilizzo trasparente dei fondi pubblici.
Nel testo si sottolinea come il cinema non sia un lusso per pochi, ma un comparto che coinvolge oltre 124.000 lavoratori tra tecnici, autori, attori, produttori e maestranze di ogni tipo. “Non siamo privilegiati: siamo lavoratori del Cinema”, recita il comunicato, denunciando una precarietà diffusa e la mancanza di riconoscimento istituzionale.
Gli operatori del settore chiedono da tempo un tavolo permanente di confronto con le istituzioni, ma finora – spiegano – hanno ricevuto solo la prospettiva di nuovi tagli “non accompagnati da un progetto di ridefinizione del sistema distributivo”.
L’evento, realizzato con il sostegno di partner come Urban Vision, Flex Auto, BCC, Cotril e Raspini Gioielli, si è svolto in un clima di orgoglio e partecipazione. Il Direttivo di UNITA, guidato da Daniela Giordano, ha espresso soddisfazione per la serata, trasformata in un momento di incontro e di riflessione collettiva.
Tra gli ospiti anche numerosi volti noti del cinema italiano, riuniti nel segno della solidarietà di categoria. L’artista Marco Lodola ha realizzato per l’occasione il premio “Charlotte”, simbolo di luce e resistenza creativa.
Il comunicato congiunto conclude dicendo: “Da oggi smettiamo di chiedere. Pretendiamo il confronto.” Una dichiarazione che sintetizza la volontà di una comunità artistica determinata a non essere più marginalizzata. “Il cinema italiano è vivo, libero, esportato nel mondo. Non lasciamo che si spenga questa vitalità”, è l’appello finale che ha risuonato sul red carpet romano, trasformando una passerella glamour in un atto collettivo di impegno civile e culturale.







