“Poesia come vita. Per un nuovo umanesimo nell’era digitale”, Opera Incerta Edizione, è il vincitore del Premio “Logos Cultura” XVII edizione, nell’ambito del Premio Internazionale Città di Cattolica “Pegasus Literary Awards” 2025. Si tratta dell’ultimo, straordinario saggio del professor Domenico Pisana che si interroga sul ruolo della poesia in un mondo che viaggia nella veloce direzione del transumanesimo e della digitalizzazione.
La professoressa Lamia El Sherif, ordinario di letteratura Comparata e Capo del Dipartimento d’Italianistica – Università di Badr al Cairo, nella sua prefazione all’opera, afferma: ”In un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale, dall’iperconnessione e dalla frenesia, può sembrare strano – eppure necessario – prendersi un momento per ascoltare la voce della poesia. È proprio questo gesto audace e profondamente umano che Domenico Pisana compie con il suo volume, un’opera che si inserisce con forza e chiarezza nel cuore pulsante del nostro tempo”.
La critica e la sapienza letteraria dell’autore si innestano nelle profonde radici storiche e letterarie della tradizione e nell’approfondita conoscenza del panorama culturale attuale: i suoi scritti sono una fonte imprescindibile di confronto e riflessione per chiunque voglia addentrarsi nelle riflessioni attinenti il percorso umano individuale e collettivo che passa necessariamente attraverso ciò che l’uomo “pensa e dice di sé stesso”.
Questo testo è intriso di umanesimo, chiave di lettura di tutto il pensiero di Pisana e la poesia emerge per il suo ruolo necessario e salvifico proprio in questa era digitale dominata dall’intelligenza artificiale. Il parlare di Pisana è consono a quello dei grandi comunicatori che riescono a rendere fruibili, scorrevoli ed efficaci anche i concetti più elaborati, restituendo alla varietà dei lettori, dunque anche ai non addetti ai lavori, la possibilità di scendere nelle profondità delle riflessioni letterarie, culturali, antropologiche affrontate.
Ripercorrendo il pensiero dei grandi della letteratura, in questo saggio Pisana affonda il suo sguardo critico nella situazione di frammentazione e frastagliamento in cui versa la poesia contemporanea. Un panorama caotico, di grande crisi, dove tutti pubblicano di tutto e le case editrici versano in una crisi di discernimento, nonché economica e di distribuzione.
Come barcamenarsi nella pur presente e forte necessità di esprimersi in versi di molte persone con la serietà e la sacralità della parola poetica? La poesia conserva ancora oggi la sua capacità di inserirsi in modalità interrogativa nella storia dell’uomo, oppure il suo è un linguaggio superato dalla comunicazione mediatica e tecnologica? La poesia del passato ha già detto tutto, considerando che, a parte rare eccezioni, non emergono in questi ultimi decenni nomi di poeti che si siano affermati? Oppure può ancora costituirsi strumento di radicamento storico, di indagine introspettiva, di restituzione di bellezza artistica?
In questa epoca di forti crisi umanitarie e culturali forse la parola poetica deve assumersi la responsabilità di tornare a essere, per dirla con Ungaretti, essenziale e pura, rispettosa del dolore, del caos e della sofferenza del proprio tempo. Pisana non ha dubbi e ritiene che la poesia si ponga oggi nella sua funzione di assolvere a una sfida antropologica che deve superare l’atteggiamento dello scrittore solipsistico, intimistico e di autocompiacimento per ricentrarsi sul ruolo del poeta che rifugge le omologazioni, che si ricolloca dentro uno “spazio onto-etico”, entrando e cercando di risanare la pasoliniana ferita del declino intellettuale dell’uomo causato dal processo economico e, appunto, dall’omologazione. Così afferma: “…se è la Musa a cercare il poeta, la poesia ci sarà e userà il linguaggio, la forma e la parola per aiutare l’uomo di questo nostro tempo a porsi delle domande, a ri-progettarsi, ad autotrascendersi, a cercare un oltre e a ri-comprendere il rapporto vita-morte”.
Manca sicuramente, nel nostro tempo, da parte della critica letteraria e delle case editrici, una reale attenzione, ricerca e valorizzazione di peculiari e innovative voci letterarie, con il rischio di un appiattimento vocazionale di contenuti e stili. Questo saggio di Pisana ha esaustivamente compiuto il viaggio della poesia nelle sue varie direzioni: poesia nell’era digitale; sfide della poesia; poesia e profezia; poesia e mistero della vita; poesia tra ispirazione e domande di senso; innovazione e linguaggi; poesia tra progetto, etica ed estetica; poetica con visione soteriologica; poesia come intuizione della storia; poesia e filosofia in dialogo; il realismo terminale; la poesia, l’uomo, la vita e la morte; poesia tra sogno e utopia. Chiaramente, come ogni viaggio intrapreso, l’orizzonte è foriero di nuove frontiere atte a raggiungere, aggiungere, riformulare il valore creativo e costruttivo della parola e, con particolare urgenza, della “parola poetica”.
Domenico Pisana è poeta, critico letterario, giornalista-scrittore, teologo con Dottorato in Teologia Morale conseguito presso l’Accademia Alfonsiana della Pontificia Università Lateranense. Fondatore e Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica, ha pubblicato 11 libri di poesie, 13 testi di critica letteraria; 13 testi di carattere etico – teologico, 3 volumi di carattere storico-politico, e curato 14 testi di didattica dell’insegnamento della religione cattolica. Collabora con la Pagina Facebook RAI Cultura – Letteratura. Sue opere di poesia, critica letteraria e teologia sono tradotte in inglese, greco, polacco, spagnolo, turco, rumeno, russo, macedone, albanese, serbo, arabo.
di Elisabetta Pamela Petrolati – Responsabile Nazionale ASI Settore Multilateralismo Umanitario e Sociale







