Nazim Hikmet, uno dei più grandi poeti del Novecento: per la forza della sua scrittura e per la coerenza della sua vita

“Prendila sul serio la vita / ma sul serio a tal punto / che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi…”

Questi versi di Nazim Hikmet sono una dichiarazione d’amore profonda e radicale per la vita. Ci insegnano che vivere sul serio non significa prendersi troppo sul serio, ma impegnarsi fino in fondo nella vita, nonostante il dolore, la paura e la consapevolezza della morte.

È l’immagine di un gesto apparentemente inutile, quasi assurdo: piantare un albero che impiega decenni a dare i suoi frutti. Ma è proprio lì che si nasconde il significato più profondo: la fiducia nella vita, anche quando il tempo stringe, anche quando la morte è più vicina. Hikmet non ci invita a essere incoscienti, ma a resistere con dignità, bellezza e impegno.

Nazim Hikmet, la voce della libertà

Nazim Hikmet (1902-1963) è stato uno dei più grandi poeti del Novecento, non solo per la forza della sua scrittura ma per la coerenza della sua vita. Nato in Turchia, militante comunista, perseguitato dal regime, visse gran parte della sua esistenza tra prigione ed esilio. Morì a Mosca il 3 giugno 1963, lontano dalla sua patria che lo aveva bandito.

Scrisse con linguaggio limpido e ardente, parlando della giustizia sociale, dell’amore, della prigione, dell’amicizia, della speranza. I suoi versi erano rivolti al popolo, ma sempre intrisi di grande delicatezza e intensità.

I suoi insegnamenti: vivere, amare, resistere

        1.      Amare la vita, nonostante tutto.
Hikmet ha vissuto lunghi anni in carcere, ma non ha mai smesso di scrivere. Anzi, ha scritto alcune delle sue poesie più belle proprio durante la prigionia. Non si è lasciato consumare dall’odio: ha scelto la poesia, l’amore, la speranza.
        2.      Coltivare la libertà e la dignità.
Fu perseguitato per le sue idee, ma non rinnegò mai le sue convinzioni. Per Hikmet, la poesia era una forma di resistenza. “La poesia non è un lusso”, scriveva, “è un diritto del popolo”.
        3.      Credere nel futuro.
Piantare un ulivo a settant’anni è un atto simbolico di fiducia nel domani. Non un gesto ingenuo, ma una scelta consapevole: il futuro merita la nostra cura, anche se non lo vedremo pienamente.

Attualità di Hikmet oggi

In un mondo segnato da guerre, ingiustizie, cinismo e crisi ambientali, Hikmet ci chiede di non cedere all’indifferenza. Di vivere pienamente, con responsabilità ma anche con bellezza. Di continuare a piantare ulivi, ossia a costruire, amare, sognare, anche quando tutto sembra suggerire il contrario.

Nazim Hikmet ci ha lasciato versi eterni, che sono un invito a non smettere mai di credere nella vita, nelle persone e nella giustizia. La sua poesia è un’arma disarmata, ma potentissima.

“Il più bello dei mari / è quello che non navigammo ancora.
Il più bello dei nostri giorni / non l’abbiamo ancora vissuto.
E quello che vorrei dirti di più bello / non te l’ho ancora detto.”

Così scriveva, ricordandoci che la speranza è una scelta radicale, e anche poetica.

Ernesto Mastroianni