Palco19, associazione iscritta ad ASI Cultura, ha vinto la quarta edizione del concorso “Canotto parlante” con lo spettacolo “Il regalo del mare”. Successo per Simona Serino e le giovani attrici del gruppo.
Premi a Palco19 e a giovanissime interpreti
Trionfo di Palco19 alla quarta edizione del concorso di drammaturgia e festival teatrale Il Canotto Parlante. L’associazione guidata da Simona Serino ha conquistato il premio per il miglior allestimento e quello per la miglior regia con Il regalo del mare, testo di Orietta Tiberi. Menzione speciale, inoltre, per la quattordicenne Clotilde Parcesepe come miglior attrice protagonista. In finale anche Elena Del Rosso, 14 anni, selezionata nella terna delle migliori attrici protagoniste, mentre Elisa De Paolini ha ottenuto la nomination come miglior attrice non protagonista. Un risultato che conferma il livello del gruppo, capace di distinguersi in un concorso competitivo e senza distinzione di genere nelle categorie artistiche.
“Il regalo del mare”, voce ai sogni spezzati dei migranti
Sul palco, Palco19 ha portato Il regalo del mare, opera che racconta con delicatezza e forza poetica la tragedia dei giovani migranti che perdono la vita nel Mar Ionio, spesso cancellati anche dalla memoria collettiva. A dare corpo alla narrazione: Manuel Vinciguerra, Emma Fusco, Elisa De Paolini, Clotilde Parcesepe, Yuri Trappolini, Giorgia Marrocco Mercuri, Elena Del Rosso, Lorenzo Cecchet e Daniele Fazio. Il testo di Orietta Tiberi ha ottenuto anche il premio Miglior Drammaturgia, confermando il valore di un’opera che affronta un tema doloroso con rispetto e umanità.
Simona Serino: “Un esercizio di umanità oltre le ideologie”
“Sono felice e fiera per questi premi – commenta la regista Simona Serino – soprattutto perché ci siamo confrontati con realtà nuove, di livello altissimo. Per questo lavoro ho voluto allontanarmi dalla cifra ironica che ci caratterizza da dieci anni, sperimentando un linguaggio più lirico e profondo”. E aggiunge: “È un testo necessario: al di là delle posizioni politiche, abbiamo il dovere di ritrovare quell’umanità spontanea che spesso, negli ultimi anni, abbiamo lasciato assopire”.







