Papa Leone: servono discepoli innamorati, non cristiani delle occasioni

Papa Leone XIV

“La Chiesa e il mondo non hanno bisogno di persone che assolvono i doveri religiosi mostrando la loro fede come un’etichetta esteriore”, ha detto il Papa. “Hanno bisogno invece di operai desiderosi di lavorare il campo della missione, di discepoli innamorati che testimoniano il Regno di Dio ovunque si trovano”.

Con parole chiare, Papa Francesco ha sottolineato come non basti un’adesione formale alla religione per definirsi cristiani. “Forse non mancano i ‘cristiani delle occasioni’ – ha aggiunto – che ogni tanto danno spazio a qualche buon sentimento religioso o partecipano a qualche evento; ma pochi sono quelli pronti a lavorare ogni giorno nel campo di Dio, coltivando nel proprio cuore il seme del Vangelo per poi portarlo nella vita quotidiana”.

L’importanza della preghiera e della testimonianza concreta

Secondo il Pontefice, non servono teorie complesse né grandi discorsi: “Per fare questo non servono troppe idee teoriche su concetti pastorali; serve soprattutto pregare il padrone della messe”. Il Papa ha dunque ribadito il valore della preghiera, come fondamento per ogni azione cristiana, e della coerenza tra fede e vita, da vivere nel lavoro, in famiglia, nello studio e nei contesti sociali.

Il richiamo alla pace: “Il grido dei popoli sia ascoltato”

Nel secondo appello dell’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un pensiero accorato alle popolazioni colpite dalla guerra: “La pace è un desiderio di tutti i popoli ed è il grido doloroso di quelli straziati dalla guerra”, ha detto affacciandosi su Piazza San Pietro.

Un appello forte, diretto ai leader mondiali: “Chiediamo al Signore di toccare i cuori e ispirare le menti dei governanti affinché alla violenza delle armi sostituiscano la ricerca del dialogo”.

Un messaggio che richiama con forza la responsabilità individuale e collettiva nel costruire un mondo più giusto, attraverso piccoli gesti di fede autentica e scelte di pace concrete.