“Piange il telefono”, Modugno ancora oggi fa emozionare

Domenico Modugno

Era il 26 aprile 1975 quando Domenico Modugno, dopo un lungo silenzio discografico, tornava a dominare le classifiche italiane con un brano che avrebbe fatto la storia del pop nazionale: Piange il telefono. Un ritorno tanto inaspettato quanto travolgente, che riportò “Mister Volare” in cima alla Hit Parade per sei settimane consecutive, fino al 7 giugno. Il singolo fu un successo clamoroso, con un’impennata nelle vendite registrata a fine maggio e un totale di oltre 900.000 copie distribuite.

La forza della canzone stava nella sua immediatezza emotiva. Tratta dal brano francese “Le téléphone pleure” di Claude François, “Piange il telefono” conserva la struttura del dialogo telefonico tra un padre assente e una figlia ignara della sua identità. Una trama intensa e malinconica, che commosse milioni di ascoltatori italiani.

Ma a fare la differenza fu la voce bambina di Francesca Guadagno, allora otto anni, scelta personalmente da Modugno dopo una lunga selezione. La sua interpretazione dolce e limpida conferì al brano un’innocenza disarmante, controbilanciando il pathos del testo. Curiosamente, la versione iniziale con un’altra bambina fu bocciata dalla casa discografica a causa di un accento milanese giudicato inadatto: Francesca, con la sua dizione romana impeccabile, fu la soluzione perfetta.

Eppure il percorso verso il successo non fu lineare. L’RCA, etichetta storica del cantautore, inizialmente bocciò il brano, ritenendolo troppo malinconico e poco commerciale. Fu grazie alla Curci Carosello, etichetta che accolse Modugno dopo il rifiuto della RCA, che “Piange il telefono” vide finalmente la luce. La stampa specializzata dell’epoca non fu tenera: critici e conduttori radiofonici lo liquidarono come un brano “furbo”, accusandolo di voler colpire al cuore il pubblico più sentimentale.

Nonostante queste critiche, l’affetto del pubblico fu travolgente. Il singolo si piazzò al quarto posto tra i dischi più venduti del 1975, dietro solo a La tartaruga di Bruno Lauzi, L’importante è finire di Mina e Sabato pomeriggio di Claudio Baglioni. Il brano superò anche i confini nazionali, ottenendo versioni in spagnolo (El teléfono llora) e tedesco (Da weint das Telefon), a conferma della sua portata internazionale.

Lanciato dal programma TV Tanto piacere, condotto da Claudio Lippi, il brano venne poi riproposto da Modugno in altre trasmissioni di grande successo come Spaccaquindici, diretto da Pippo Baudo. Anche la settima arte si accorse del fenomeno: nel 1975 uscì un film omonimo diretto da Lucio De Caro, con Modugno protagonista e la giovane Guadagno al suo fianco.

Il testo della canzone, che alterna la voce del padre pentito a quella della bambina inconsapevole, lascia spazio a molteplici interpretazioni: un riavvicinamento familiare, una tragedia sottintesa, oppure una vendetta emotiva del genitore. Questo alone di ambiguità, unito all’emozione cruda del brano, lo rende ancora oggi oggetto di dibattiti e ascolti nostalgici. “Piange il telefono segnò anche una svolta nel percorso artistico di Modugno che, cinquant’anni dopo, rimane un simbolo intramontabile della musica italiana.