Stop alla violenza sulle donne, grande partecipazione al convegno del Cristo Re: si è svolto oggi, nella sede dell’Ospedale Cristo Re, l’evento che ha riunito professionisti della sanità, istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e mondo educativo per un confronto approfondito sul tema della prevenzione della violenza, della tutela dei minori e della costruzione di una cultura del rispetto. L’iniziativa, inserita nel percorso dei 16 giorni di attivismo internazionale contro la violenza di genere, ha registrato una presenza significativa e un forte coinvolgimento del pubblico per tutta la durata dei lavori.
Una giornata seguita da centinaia di partecipanti
La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali di Concetta Laurentaci, Gianfranco Finzi e Massimo Miraglia, che hanno sottolineato la responsabilità sociale del mondo sanitario nella protezione delle vittime. La prima sessione, guidata da Antonio Carbone, Francesco Giglio e Gabriella Nasi, ha offerto un quadro completo della risposta istituzionale e sanitaria alla violenza sulle donne. Civita Di Russo ha delineato le politiche regionali e la necessità di reti più solide, mentre Antonella Faieta ha illustrato il ruolo centrale di Telefono Rosa nei percorsi di ascolto.
Paola Metastasio ha richiamato l’attenzione sulla capacità del personale sanitario di riconoscere segnali e indicatori nascosti, mentre Rita Sverdigliozzi, vice questore di Roma della Polizia di Stato, ha illustrato gli strumenti operativi oggi a disposizione per la protezione delle vittime. L’intervento dell’avvocata Antonella Minieri ha posto l’accento sull’accompagnamento giuridico nei momenti più delicati, ricordando che «la forza di una donna che chiede aiuto merita una rete pronta, formata e capace di accogliere senza giudizio. La tutela vera inizia dal modo in cui la si ascolta». A seguire, Maurizio Quilici ha analizzato il tema dei figli come testimoni silenziosi, mentre Giuseppe Chiodo ha evidenziato l’impatto devastante della violenza assistita sulla crescita dei minori.
Dall’emergenza clinica alla comunicazione sociale: la seconda sessione
La seconda parte dei lavori, moderata da Micaela Carnali, Giulia Massi e Marzia Navarra, ha approfondito gli aspetti clinici, forensi e culturali del fenomeno. Lucia Matarazzo ha raccontato l’esperienza del Pronto Soccorso nell’accoglienza delle vittime, mentre Rita Dal Piaz ha spiegato il funzionamento del “percorso Codice Rosa”, dedicato alle persone fragili vittime di violenza.
Il tema delle aggressioni sessuali facilitate da sostanze è stato affrontato da Sabina Strano Rossi, che ha presentato dati e strumenti per il riconoscimento dei casi. Il giornalista Gabriele Parpiglia ha analizzato il ruolo dei media nella narrazione pubblica della violenza, introducendo un dibattito molto partecipato. Angela Tirabasso si è soffermata sulle conseguenze psicologiche dei traumi relazionali, mentre Simona Dalloca ha mostrato come comunicare efficacemente con bambini e adolescenti coinvolti in contesti familiari complessi.
Simulazioni di casi e competenze operative: una chiusura partecipata
La terza sessione, coordinata da Maria Concetta Alecci, Silvia Dionisi, Flavia Adalgisa Distefano e Ilaria Papa, ha introdotto un articolato lavoro di role playing e simulazioni operative. I partecipanti hanno potuto sperimentare scenari realistici, confrontandosi su modalità di intervento, linguaggi adeguati, approcci interdisciplinari e gestione dei contesti critici.
La forte interazione con il pubblico ha confermato l’esigenza di momenti formativi che vadano oltre la teoria e forniscano strumenti immediatamente applicabili nei diversi ambiti professionali. Il convegno si è concluso con la verifica dell’apprendimento e con un lungo applauso rivolto alle organizzatrici e agli enti partner dell’iniziativa.
Un impegno che continua
L’evento dell’Ospedale Cristo Re ha mostrato quanto il tema della violenza sulle donne sia sentito e quanto sia necessario agire attraverso una rete di sostegno che unisca competenza sanitaria, tutela giuridica, prevenzione educativa e responsabilità istituzionale. La partecipazione numerosa e la qualità degli interventi confermano il valore di un appuntamento che non si è limitato a fotografare un problema, ma ha offerto strumenti concreti e prospettive di lavoro condiviso per il futuro.







