Tassi in calo: ottimismo dopo la Fed, ma Tokyo frena

I mercati finanziari globali registrano segnali contrastanti all’indomani dell’atteso taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, il primo dallo scorso dicembre. Mentre cresce l’ottimismo tra gli investitori, la giornata si apre con una frenata sul Nikkei di Tokyo, che chiude in ribasso dopo che la Banca del Giappone (BoJ) ha segnalato un’ulteriore riduzione delle sue politiche di stimolo monetario.

La banca centrale giapponese ha infatti deciso di mantenere i tassi d’interesse a breve termine allo 0,5%, ma due membri del board hanno votato a favore di un aumento, segnalando una crescente divisione interna. L’istituto ha inoltre annunciato l’intenzione di iniziare a vendere le sue partecipazioni in ETF e fondi comuni immobiliari (REIT), riducendo ulteriormente l’eredità di un decennio di stimoli straordinari.

Tassi, Tokyo rallenta dai massimi

L’indice Nikkei, che nelle ore precedenti aveva toccato nuovi massimi storici, ha chiuso in calo di oltre mezzo punto percentuale. Lo yen giapponese ha perso terreno nei confronti del dollaro, segnale di un possibile ribilanciamento dopo la conferma dei tassi e l’annuncio delle dismissioni da parte della BoJ.

In Europa, gli investitori restano in attesa della decisione di Fitch sul rating dell’Italia, prevista per questa sera a mercati chiusi. Si apre così la nuova stagione delle revisioni sui rating sovrani, dopo il recente declassamento della Francia ad A+. Intanto, i future sull’Ftse Mib sono in rialzo, mentre quelli sull’EuroStoxx si muovono con maggiore cautela.

Inflazione in Giappone in rallentamento

Secondo i dati diffusi oggi, i prezzi al consumo core in Giappone sono aumentati del 2,7% su base annua fino ad agosto, al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla BoJ, ma in rallentamento rispetto ai mesi precedenti. Si tratta del ritmo più basso degli ultimi nove mesi, segno che il potere d’acquisto dei giapponesi sta recuperando parzialmente terreno dopo mesi di pressioni sui prezzi.

La BoJ, che lo scorso anno ha iniziato ad allentare la sua politica ultra-accomodante, si muove ora con prudenza. Le previsioni aggiornate a luglio indicano che i recenti aumenti dei prezzi – legati ai costi delle importazioni e del riso – lasceranno spazio a una crescita dei prezzi più strutturale, supportata da salari in aumento e consumi solidi. Tuttavia, l’istituto preferisce attendere segnali più chiari sulla tenuta dell’economia globale, in particolare rispetto ai dazi Usa e al rallentamento dell’economia americana.

Wall Street ai massimi storici

Nel frattempo, i future a Wall Street salgono leggermente, dopo che ieri i principali indici statunitensi (S&P 500, Nasdaq e Dow Jones) hanno aggiornato i propri massimi storici. A trainare il mercato è stata Nvidia, che ha annunciato un investimento da 5 miliardi di dollari a sostegno di Intel, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione su data center e personal computing. Un segnale forte all’interno del settore dei semiconduttori, in un momento delicato per la competitività Usa in campo tecnologico.

Tassi, la Fed taglia ma con cautela

Mercoledì la Federal Reserve ha deciso un primo taglio dei tassi nel 2025, e ha segnalato ulteriori due tagli entro l’anno, più uno nel 2026. Una traiettoria più prudente rispetto alle attese dei mercati, che ne avevano previsti almeno 3 quest’anno. L’obiettivo è sostenere l’economia statunitense di fronte a un mercato del lavoro in fase di raffreddamento, evitando però un’espansione monetaria troppo aggressiva.Con il taglio dei tassi Usa e la frenata degli stimoli in Giappone, i mercati si trovano ora in un momento di riallineamento delle politiche monetarie, mentre gli occhi restano puntati su Fitch e sul debito italiano, in attesa di capire se si aprirà una nuova fase per i titoli di Stato dell’Eurozona.