Sandringham è da sempre il cuore del Natale della famiglia reale britannica. La residenza di campagna del Norfolk, dove i Windsor trascorrono le festività tra tradizione, rigore e rituali immutati nel tempo, nasconde però anche storie meno note. Una di queste emerge dai diari del giornalista e biografo reale Kenneth Rose, autore della seconda parte del volume “Who Loses, Who Wins: The Journals Of Kenneth Rose, Vol. II 1979-2014”, dove viene raccontato un insolito episodio accaduto tra le mura della dimora reale.
Secondo quanto riportato dal cronista, esperto della royal family e scomparso nel 2014, la regina Elisabetta II avrebbe chiesto a un sacerdote di celebrare una funzione “per portare tranquillità” nella residenza. Il motivo sarebbe legato a una serie di fenomeni ritenuti inquietanti da alcuni servitori, convinti che alcune stanze fossero “infestate”. Al centro dell’episodio narrato da Rose c’è in particolare la stanza in cui morì re Giorgio VI nel 1952, che secondo alcuni membri dello staff sarebbe stata teatro di presenze e sensazioni difficili da spiegare.
Il racconto arriva dalla dama di compagnia della Regina Madre, Lady Prue, che riferì a Rose di essere stata invitata a Sandringham dalla sovrana proprio per assistere alla cerimonia, insieme a Elisabetta II e alla regina madre. Nelle sue note datate 2 gennaio 2001, il giornalista riporta che durante il rito il parroco avrebbe ipotizzato che quell’atmosfera opprimente potesse essere collegata non solo alla memoria del re, ma alla figura di Lady Diana. Secondo quanto riferito alla dama di compagnia, il sacerdote avrebbe osservato che simili sensazioni “accadevano quando qualcuno moriva di morte violenta”, alludendo così alla tragica scomparsa della principessa nel 1997.
Non si sarebbe trattato di un vero e proprio esorcismo nel senso religioso del termine, ma più di una funzione di benedizione intesa a ristabilire serenità e calma tra chi lavorava e viveva nella residenza. Il rito, sempre secondo il diario, si svolse in forma molto riservata alla presenza di pochissime persone. Il richiamo al fantasma di Diana rappresenta solo una delle tante suggestioni che circondano da anni Sandringham, luogo profondamente simbolico per la monarchia britannica e spesso al centro di racconti, leggende e testimonianze legate alla storia della famiglia reale.
Ma l’episodio del presunto “fantasma di Diana” è solo uno dei molti retroscena che Kenneth Rose raccoglie nei suoi quaderni. Nei diari emergono infatti anche altri aspetti privati di Elisabetta II e dei Windsor, dai rapporti personali alle emozioni meno ufficiali. Il biografo restituisce un’immagine molto umana della sovrana, capace di grande rigore ma anche di affetti intensi, come dimostra, ad esempio, la lunga lettera che avrebbe scritto dopo la morte di uno dei suoi amati corgi, episodio che il giornalista segnala come una rara manifestazione personale in risposta a un messaggio di condoglianze ricevuto.
Nei diari compaiono anche i racconti sulla difficoltà di rapporti con alcuni membri della famiglia e della politica britannica. Una delle figure più presenti è Diana Spencer, descritta attraverso il punto di vista dei cortigiani e dei collaboratori che, nel corso degli anni, hanno confidato a Rose impressioni, critiche, valutazioni e ricordi. Non mancano riferimenti a Sarah Ferguson, ad aneddoti legati al protocollo, alle reazioni private della sovrana in episodi delicati della storia recente e all’attenta pianificazione persino dei momenti conviviali, come il pranzo di Natale, organizzato nei minimi dettagli.
Ci sono poi pagine dedicate al celebre episodio di Michael Fagan, l’uomo che nel 1982 riuscì a intrufolarsi nella stanza da letto della regina a Buckingham Palace. Rose cita il racconto secondo cui Elisabetta II, pur trovandosi in una situazione eccezionale, mantenne sangue freddo, sottolineando come fosse “abituata a parlare con gli estranei”, una frase che restituisce perfettamente la sua capacità di controllo.
Nei diari trovano spazio anche riferimenti alla rappresentazione cinematografica della monarchia. Nel 2006 Rose annota il proprio giudizio sul film “The Queen”, con Helen Mirren, definendolo estremamente aderente alla realtà della sovrana per sfumature, gesti e atteggiamenti.
L’impressione complessiva, leggendo le pagine del biografo, è quella di una sovrana circondata da riti, simboli, tradizione e, allo stesso tempo, da dinamiche profondamente umane. Il presunto “esorcismo di Natale” a Sandringham si inserisce in questo intreccio di storia ufficiale, superstizione, memoria e racconto privato. È uno degli episodi che contribuiscono a costruire la narrazione intorno alla monarchia, spesso sospesa tra realtà, percezioni e suggestioni, e restituisce la misura di quanto il mito della famiglia reale continui a nutrirsi anche di storie come questa.







