Caso Sgarbi, la giudice frena sul matrimonio con Sabrina Colle e dispone una perizia medica. La figlia Evelina esulta per il primo segnale a suo favore

Vittorio Sgarbi con la figlia Evelina Sgarbi

La vicenda giudiziaria e familiare che ruota attorno a Vittorio Sgarbi si complica e, allo stesso tempo, prende una direzione precisa sul piano delle tutele. La giudice Paola Scorza, chiamata a decidere sulla richiesta di nomina di un amministratore di sostegno avanzata dalla figlia Evelina, ha scelto una strada intermedia: da un lato ha rigettato in parte l’istanza, riconoscendo al critico d’arte la capacità di gestire la propria salute e l’ordinaria amministrazione del patrimonio con il supporto della famiglia; dall’altro ha di fatto congelato il matrimonio più volte annunciato con Sabrina Colle, disponendo una perizia medica e limitando l’autonomia del professore sulle scelte più delicate legate ai suoi “diritti personalissimi”.

Nel provvedimento, di cui viene riportato il contenuto, la giudice scrive che Sgarbi appare «in grado di gestire dette situazioni con il supporto della compagine familiare che lo sostiene e lo coadiuva per sua volontà» e per questo respinge la richiesta di un amministratore di sostegno “generale” per la cura, la salute e la gestione quotidiana dei suoi beni. Una valutazione che riconosce il ruolo dei familiari e, al tempo stesso, circoscrive il perimetro entro cui il tribunale ritiene necessario intervenire.

La decisione, però, non si ferma qui. Il giudice ha disposto una perizia medica su Sgarbi e ha nominato come consulente la psicoterapeuta Lilli Romeo, affidandole un compito specifico: seguire la “gestione straordinaria del proprio patrimonio” e tutto ciò che riguarda le scelte relative ai diritti personalissimi, «quali la capacità di testare e contrarre matrimonio». In pratica, fino a quando non verrà completata la valutazione tecnica, il sì con Sabrina Colle resta sospeso sotto il controllo del tribunale. È una frenata netta sulle nozze, che di fatto non potranno essere celebrate senza che prima sia sciolto il nodo delle condizioni di Sgarbi e della sua piena consapevolezza rispetto ad atti così impegnativi

All’esito della perizia, la giudice valuterà «l’eventuale apertura della richiesta misura di protezione, limitatamente ai suddetti aspetti», cioè in relazione proprio alla gestione straordinaria del patrimonio e alle decisioni su matrimonio e testamento. Il procedimento resta quindi aperto, ma incanalato in un percorso definito di accertamento medico e giuridico che si svilupperà nei prossimi mesi.

Il calendario fissato nel provvedimento dà la misura dei tempi lunghi con cui il tribunale intende procedere. Alla consulente tecnica d’ufficio viene concesso tempo fino al 31 marzo 2026 per il deposito della bozza dell’elaborato da trasmettere agli eventuali consulenti di parte nominati. A questi ultimi è riconosciuto poi un ulteriore termine, fino al 30 aprile 2026, per presentare osservazioni e note critiche. La psicoterapeuta dovrà rispondere entro il 31 maggio 2026, data entro la quale andrà depositata la relazione definitiva. Solo allora il giudice potrà pronunciarsi in modo compiuto sulla richiesta di misura di protezione avanzata da Evelina Sgarbi.

Nel frattempo, la figlia del critico d’arte interpreta l’ordinanza come una prima conferma delle proprie preoccupazioni. «Finalmente dopo mesi di macchina del fango contro di me e contro chi mi è stato vicino ecco un primo importante segnale che fa ben sperare», afferma in una nota, sottolineando come la battaglia intrapresa non abbia, a suo dire, obiettivi diversi dalla tutela del padre. «La battaglia che sto portando avanti e che ha come obiettivo unicamente quello di tutelare mio padre, la sua salute, la sua dignità e i suoi interessi forse non è stata vana», aggiunge, legando direttamente il provvedimento alla sua iniziativa legale.

Le parole di Evelina si chiudono con un riferimento al Natale e alle condizioni di Sgarbi. «Purtroppo questo per me sarà comunque un Natale triste perché so che mio padre continua a non stare bene», scrive, facendo emergere lo sfondo personale e affettivo di un confronto che, nelle ultime settimane, è stato raccontato anche nei termini di uno scontro pubblico tra la figlia e l’entourage più vicino al critico d’arte. La decisione della giudice arriva proprio dopo mesi segnati da accuse reciproche, timori di indebite influenze e richieste di chiarimento sulla gestione dei beni e delle scelte di vita del professore.

Sul piano strettamente procedurale, la vicenda ha conosciuto una prima tappa importante lo scorso 28 ottobre, quando si è tenuta la prima udienza davanti alla giudice Scorza. In quell’occasione il magistrato si era riservato la decisione sulla richiesta di amministratore di sostegno. Successivamente, la stessa Evelina Sgarbi aveva chiesto la ricusazione della giudice, segno di una tensione crescente attorno al procedimento. Ora il nuovo provvedimento ridisegna il quadro: nessuna nomina piena per le questioni di salute e l’ordinaria amministrazione, ma un controllo mirato sulle decisioni di natura patrimoniale straordinaria e sui diritti più sensibili della persona.

Il risultato concreto è che il matrimonio tra Vittorio Sgarbi e Sabrina Colle, più volte annunciato negli ultimi mesi, viene di fatto congelato. Ogni scelta in questa direzione dovrà fare i conti con la perizia medica, con le valutazioni della psicoterapeuta nominata dal tribunale e, alla fine, con la decisione del giudice sulla eventuale apertura di una misura di protezione limitata ai profili più delicati. Una vicenda che unisce biografia privata, diritti personali e controllo giudiziario e che, dopo questo primo passaggio, si avvia a vivere una lunga stagione di approfondimenti tecnici prima di trovare uno sbocco definitivo.