L’annuncio è arrivato il 6 agosto 2025, direttamente dallo studio ovale della Casa Bianca, dove Tim Cook ha illustrato i dettagli del piano accanto al presidente Donald Trump. L’investimento si aggiunge ai 500 miliardi già impegnati sul suolo americano, portando il totale a 600 miliardi di dollari in quattro anni.
Il nuovo piano prevede la produzione di componenti strategici per i prodotti Apple all’interno degli Stati Uniti, con 19 miliardi di chip attesi nel solo 2025, realizzati in 24 stabilimenti distribuiti su 12 Stati.
“Continueremo a investire in America. Continueremo ad assumere in America”, ha dichiarato Cook, ricevendo l’elogio di Trump, che ha definito l’iniziativa “il più grande investimento di Apple in America e nel mondo”.
La nuova strategia protezionista di Trump
L’annuncio arriva mentre l’amministrazione Trump intensifica la propria agenda economica protezionista. Durante lo stesso incontro, il presidente ha anticipato una nuova tariffa doganale del 100% su chip e semiconduttori importati. Non è stata comunicata una data di entrata in vigore, ma Trump ha precisato che le aziende impegnate a produrre negli Stati Uniti “non dovranno pagare”.
La manovra fa parte di una più ampia politica industriale volta a ricostruire la catena produttiva interna, penalizzando chi continua a produrre all’estero. In passato, gran parte della produzione Apple – in particolare degli iPhone – era localizzata in Cina. A partire dal 2018, in risposta ai conflitti commerciali tra Pechino e Washington, Apple aveva cominciato a spostare alcuni impianti in India, dove, secondo una dichiarazione dello stesso Cook a maggio 2025, veniva ormai prodotto il grosso degli iPhone destinati al mercato americano.
Una scelta che aveva provocato minacce di dazi del 25% da parte di Trump, con l’invito esplicito a “riportare a casa” la produzione.
Reazione dei mercati e contesto economico
La reazione dei mercati all’annuncio è stata immediatamente positiva: Apple ha chiuso la giornata a Wall Street con un +5,09%, raggiungendo quota 213,25 dollari per azione.
Tuttavia, lo scenario economico resta incerto. Un recente sondaggio Morning Consult/The Century Foundation ha mostrato come l’83% degli americani sia preoccupato per il costo del cibo, mentre quasi la metà non è in grado di affrontare una spesa imprevista di 500 dollari. Inoltre, il 61% ritiene dannose per il costo della vita le scelte economiche di Trump, e il 76% teme una possibile recessione.
In questo quadro complesso, Apple si presenta come il simbolo di un’industria che prova a rientrare in patria, mentre la Casa Bianca continua a spingere sull’autonomia tecnologica e produttiva.