Il portavoce del ministero degli Esteri replica al rapporto britannico: “Calunnie infondate, seguiamo il principio della non ingerenza”. “La Cina non rappresenta una minaccia per alcuna nazione e aderisce con rigore al principio di non ingerenza negli affari interni di altri Paesi”. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, rispondendo con fermezza al recente rapporto del governo britannico che denuncia un aumento delle “attività di spionaggio cinese” e prevede uno stanziamento di circa 800 milioni di dollari per rafforzare le indagini e il contrasto a presunte “operazioni di spionaggio” di Pechino.
“Sviluppo pacifico e rispetto reciproco”
Secondo quanto riportato dai media statali cinesi, Guo ha riaffermato “il fermo impegno della Cina per uno sviluppo pacifico”, aggiungendo che Pechino è pronta a sviluppare relazioni bilaterali con tutti i Paesi, sulla base del rispetto reciproco e di una corretta gestione delle divergenze.
“Campagne diffamatorie e accuse infondate”
Il portavoce ha però respinto con decisione le accuse provenienti da Londra, definendole “campagne diffamatorie, calunnie maligne e accuse infondate”. Un’escalation verbale che rischia di complicare ulteriormente i già delicati rapporti tra Pechino e le capitali occidentali, in un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni economiche e strategiche.