Ricorre oggi il cinquantesimo anniversario della firma dell’Atto Finale di Helsinki, sottoscritto il 1° agosto 1975. Quel documento, pilastro fondativo dell’attuale Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), fissò dieci principi fondamentali nelle relazioni tra Stati – il cosiddetto “Decalogo di Helsinki” – ponendo al centro la cooperazione tra le nazioni, il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale, la promozione dei diritti umani e della dignità delle persone.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto ricordare il significato storico di quel passaggio: “La Conferenza di Helsinki e poi la firma di quel documento rappresentò una pietra miliare nella storia del continente europeo, contribuendo in modo determinante alla conclusione della Guerra Fredda. L’Atto di Helsinki porta anche le autorevoli firme di Aldo Moro e del futuro Segretario di Stato vaticano, monsignor Agostino Casaroli, segno di una collaborazione fondata sui valori e sulla persona al centro che continua, oggi come ieri. Davanti alle molteplici crisi internazionali, lo spirito dell’Atto di Helsinki ci spinge a riaffermare con forza che la sicurezza è indivisibile, che i diritti umani sono universali e che la pace è possibile solo quando si basa sulla giustizia e sul rispetto del diritto internazionale”.
L’Italia, protagonista dei negoziati, svolse un ruolo cruciale nella definizione del testo, ottenendo tra l’altro il riconoscimento della “dimensione umana della sicurezza” e del “capitolo mediterraneo”, che sancisce come la sicurezza europea sia indissolubilmente legata a quella dei Paesi del Mediterraneo.
A cinquant’anni dalla firma, l’Italia riafferma il proprio sostegno all’OSCE e rinnova l’impegno a favore di una diplomazia della pace, fondata sul dialogo multilaterale e sulla condivisione di principi e diritti universali.