Erika Kirk ha rilasciato le sue prime dichiarazioni pubbliche dopo che Charlie Kirk è stato assassinato il 10 settembre durante un evento all’Utah Valley University. Il discorso è stato commosso, fatto dal suo studio in Arizona, dove Charlie conduceva parte della sua attività. Nel suo intervento Erika ha ringraziato con forza i primi soccorritori per aver tentato di salvare la vita del marito e ha voluto riconoscere pubblicamente il sostegno ricevuto da figure politiche di rilievo come Donald Trump e il Vice Presidente JD Vance.
Messaggio di perseveranza e di missione
Erika ha chiarito che l’assassinio non interromperà l’attività del movimento fondato da Charlie, Turning Point USA. Ha promesso che le sue grida diventeranno un grido di battaglia, che il nome di Charlie non sarà dimenticato e che la causa sarà portata avanti con ancora più vigore. Ha definito “evildoers”, malvagi, coloro che sono responsabili dell’omicidio, e ha detto che queste persone non hanno idea del “fuoco” che hanno acceso con la morte del marito.
Vita privata, fede e dolore
Charlie Kirk lascia Erika e due figli piccoli. Erika, ex Miss Arizona, è imprenditrice, podcaster (porta avanti il progetto Midweek Rise Up) e filantropa cristiana evangelica. La loro vita pubblica era fortemente connessa anche con la loro fede. Nel discorso, Erika ha parlato del difficile momento con i figli: ha raccontato come sua figlia più piccola le abbia chiesto “Dov’è papà?”, e lei abbia risposto che “è in un viaggio di lavoro con Gesù”, una frase volta a dare conforto in mezzo al dolore.
Implicazioni e reazioni
Le sue parole hanno avuto risalto non solo negli ambienti conservatori, ma sui media internazionali che monitorano tensioni politiche, violenza e radicalizzazione negli Usa. La promessa di Erika di continuare l’attività di Turning Point USA — tour universitari, podcast, conferenze — è vista da molti come il punto centrale dell’eredità che Charlie voleva lasciare. In aggiunta, l’arresto del sospettato, Tyler Robinson, 22 anni, ha fatto seguito quasi immediatamente alla tragedia, contribuendo a far concentrare l’attenzione non solo sull’atto violento, ma anche sulle sue conseguenze legali e politiche.