Ex ambasciatori italiani chiedono il riconoscimento dello Stato di Palestina

Trentacinque ex ambasciatori italiani rompono gli indugi e lanciano un appello pubblico alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per chiedere “l’immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina”. Tra i firmatari della lettera aperta compaiono nomi di peso della diplomazia italiana, da Pasquale Ferrara a Ferdinando Nelli Feroci, da Stefano Stefanini a Rocco Cangelosi, fino a Vincenzo De Luca e Pasquale Quito Terracciano. Tutti insieme, chiedono al governo di “sospendere ogni rapporto e cooperazione nel settore militare e della difesa con Israele”, sostenere “in sede Ue ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali”, e “unirsi al consenso europeo” per la sospensione temporanea dell’accordo Israele-Ue.

Parole che pesano, quelle degli ex ambasciatori, che denunciano “le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone” nella Striscia di Gaza, definendo le azioni di Israele come “crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra”, e accusando il governo israeliano di “costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario”. Nel loro appello, i diplomatici spiegano che “ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. E questo momento è giunto per Gaza”. Basta quindi con “le dichiarazioni, pur necessarie”, sostengono, ma servono “gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci”.

Nel dibattito politico italiano, la lettera viene accolta in un diffuso silenzio dalla maggioranza, che ribadisce la posizione storica della premier Meloni a favore della soluzione “due popoli, due Stati”, ma che non vede in questo momento il riconoscimento della Palestina come una mossa risolutiva. L’opposizione, invece, applaude e rilancia: “Se Meloni non vuole ascoltare noi, almeno ascolti loro”, afferma il segretario di +Europa Riccardo Magi, sottolineando che riconoscere la Palestina non significherebbe legittimare Hamas. Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, parla di “lezione di dignità” da parte di “un pezzo autorevole della storia della nostra diplomazia” e replica direttamente a Meloni: “qual è il momento giusto per riconoscere lo Stato palestinese? Quando non ci sarà più un palestinese vivo?”.

La voce degli ex ambasciatori arriva in un momento in cui il dibattito sul riconoscimento dello Stato di Palestina divide profondamente il Paese e si intreccia con la più ampia discussione europea sulle sanzioni e sulle relazioni con Israele.