Dopo giorni di tensione politica e consultazioni serrate, il presidente francese Emmanuel Macron ha riconfermato Sébastien Lecornu come primo ministro, a pochi giorni dalle sue dimissioni. Una decisione inattesa, che pone fine a una crisi istituzionale che aveva paralizzato l’azione del governo e acceso il dibattito politico nel Paese.
L’annuncio è arrivato nella serata di venerdì, dopo una giornata di incontri all’Eliseo tra Macron e i leader dei principali partiti francesi. Il presidente ha scelto di confermare la fiducia a Lecornu, definendo la sua nuova nomina “una scelta di continuità e responsabilità in un momento cruciale per la Francia”.
Consultazioni e tensioni politiche
Le consultazioni si erano aperte in mattinata con la partecipazione delle principali forze politiche, ad eccezione della sinistra radicale di La France Insoumise (LFI) e dell’estrema destra di Rassemblement National (RN), che avevano rifiutato l’invito.
L’Eliseo aveva definito l’incontro “un momento di responsabilità collettiva”, volto a superare le divisioni e trovare una soluzione condivisa alla crisi.
Lecornu, il ritorno per la stabilità
Sébastien Lecornu, 38 anni, era stato nominato primo ministro lo scorso maggio dopo una rapida ascesa politica che lo aveva visto passare dal Ministero della Difesa alla guida del governo. Le sue dimissioni, arrivate solo pochi giorni fa, erano state motivate da difficoltà nel formare una maggioranza stabile all’Assemblea nazionale.
La riconferma di Macron mira ora a garantire stabilità e continuità nell’esecutivo, in un contesto politico segnato da frammentazione parlamentare, tensioni sociali e proteste contro le recenti riforme economiche.
Con la nuova nomina, il presidente scommette su un equilibrio delicato: mantenere la coesione interna del governo e riaprire il dialogo con le opposizioni, evitando nuove turbolenze in un Paese che da mesi vive una crisi di fiducia verso le istituzioni.