Israele si prepara a una nuova offensiva a Gaza City, richiamando 60mila riservisti mentre i negoziati per un cessate il fuoco restano in stallo. L’operazione è stata già approvata dal gabinetto di sicurezza e dalle Forze di Difesa Israeliane (Idf), che mercoledì hanno confermato il via libera del ministro della Difesa Israel Katz ai piani militari.
La nuova fase dell’offensiva prevede il prolungamento del servizio per altri 20mila riservisti già impiegati, oltre all’impiego di truppe nelle aree più densamente popolate della Striscia, in zone di Gaza City dove l’Idf ritiene siano ancora attivi combattenti di Hamas.
La decisione giunge mentre i gruppi per i diritti umani avvertono che la crisi umanitaria nella Striscia sta peggiorando. Gran parte della popolazione è stata sfollata, interi quartieri sono stati rasi al suolo e le comunità locali affrontano ormai una condizione di carestia.
A complicare ulteriormente il quadro, i familiari degli ostaggi israeliani hanno espresso contrarietà alla continuazione della guerra, temendo che un’ulteriore escalation possa compromettere la sorte dei loro cari ancora nelle mani di Hamas.
Nonostante le pressioni internazionali e i colloqui diplomatici mediati da Qatar, Egitto e Stati Uniti, un accordo per un cessate il fuoco appare ancora lontano. Israele insiste sulla necessità di disarmare Hamas e di ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi prima di considerare una tregua definitiva.