Sono salpate sabato pomeriggio dal porto di Augusta, in Sicilia, le 18 imbarcazioni italiane che partecipano alla “Global Sumud Flotilla”. L’iniziativa mira a portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e rappresenta il più grande tentativo finora di rompere il blocco imposto da Israele. Le navi italiane si uniranno ad altre provenienti da Grecia, Spagna e Tunisia, con alcune imbarcazioni partite già a fine agosto da Barcellona. Complessivamente, secondo il portavoce della Flotilla, la missione conta 34 imbarcazioni e circa 600 partecipanti a bordo, con un carico di circa 500 tonnellate di beni di prima necessità.
La presenza delle eurodeputate
A bordo delle imbarcazioni ci sono anche quattro europarlamentari, che hanno ribadito la richiesta di un impegno più concreto da parte delle istituzioni europee. La loro partecipazione intende dare un segnale politico e sottolineare la necessità di un’azione più incisiva per garantire aiuti ai civili palestinesi colpiti dal conflitto.
Le incognite del viaggio
L’obiettivo è consegnare gli aiuti direttamente ai palestinesi nella Striscia di Gaza. Tuttavia, la missione si annuncia complessa, poiché le autorità israeliane mantengono il pieno controllo delle coste e delle acque al largo di Gaza. Non è chiaro se le navi riusciranno a raggiungere il porto senza intercettazioni o blocchi da parte della marina israeliana.
Un segnale politico e umanitario
La “Global Sumud Flotilla” si inserisce in un contesto di crescente tensione in Medio Oriente, con la comunità internazionale divisa tra richieste di cessate il fuoco e la difficoltà di garantire corridoi umanitari. La partenza delle navi da Augusta rappresenta dunque non solo un’operazione di solidarietà, ma anche un gesto politico che punta a richiamare l’attenzione sulla crisi umanitaria in corso.