Le piazze giapponesi restano agitate all’indomani delle dimissioni del primo ministro Shigeru Ishiba, avvenute il 12 settembre sotto la pressione di proteste popolari e divisioni interne al partito. A Tokyo, il 17 e 18 settembre, migliaia di persone hanno manifestato davanti all’edificio del governo metropolitano chiedendo la deportazione degli immigrati illegali, in particolare provenienti da Paesi africani e musulmani, e denunciando un presunto complotto tra governo e “forze straniere” per imporre flussi migratori di massa. I cortei hanno preso di mira anche la governatrice della capitale Yuriko Koike, accusata di sostenere politiche migratorie troppo permissive, con richieste esplicite di dimissioni.
Osaka e le tensioni sulle iniziative locali
Ad Osaka, le proteste si concentrano contro l’“African Hometown Initiative”, un programma che prevede la creazione di comunità dedicate a cittadini provenienti da Nigeria, Ghana, Tanzania e Mozambico. Le prime manifestazioni, il 2 settembre, sono degenerate in scontri con gruppi di attivisti di sinistra, ma i raduni proseguono con slogan che invocano una “rivoluzione nazionalista”.
Un contesto politico in evoluzione
La mobilitazione ha rafforzato il partito populista Japan First (Sanseito), che cresce nei consensi con parole d’ordine anti-immigrazione. Anche figure internazionali come Elon Musk hanno espresso sostegno pubblico alle proteste, aumentando la loro visibilità globale. I manifestanti accusano i media giapponesi di censurare le notizie, preferendo diffondere video e dirette delle manifestazioni su piattaforme social. Intanto, il governo ha varato una task force sull’over-tourism e annunciato restrizioni sui visti permanenti, ma le misure non sono bastate a placare la piazza.
Un Paese diviso
Le dimissioni di Ishiba hanno segnato un punto di svolta, ma le proteste mostrano un Giappone profondamente diviso tra spinte globaliste e pulsioni nazionaliste. L’incertezza politica, unita alla crescente polarizzazione sociale, lascia aperti molti interrogativi sul futuro assetto del Paese.