Hamas ha annunciato ufficialmente di essere pronta a rilasciare “tutti gli ostaggi israeliani” ancora detenuti nella Striscia, in linea con quanto previsto dal piano elaborato dall’amministrazione Trump per la fine della guerra a Gaza.
La fazione islamica ha però posto delle condizioni, chiedendo “ulteriori discussioni e negoziati” sul piano di pace proposto da Washington. Una posizione che apre uno spiraglio, ma al tempo stesso rischia di complicare i tempi di attuazione dell’accordo.
L’elemento più controverso rimane la richiesta di Hamas di avere un ruolo politico e amministrativo futuro a Gaza, un’ipotesi esclusa fin dall’inizio dai promotori del piano e respinta anche da Israele e dai partner arabi coinvolti.
Il piano americano, presentato come “l’occasione storica per la pace in Medio Oriente”, prevede il rilascio degli ostaggi entro 48 ore dalla firma dell’accordo, il graduale ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia e l’istituzione di due livelli di governance ad interim, internazionale e palestinese, senza alcuna partecipazione di Hamas.