Libia, arrestati 1.500 lavoratori stranieri irregolari vicino Tripoli

Le forze di sicurezza libiche hanno arrestato circa 1.500 lavoratori stranieri irregolari nei pressi di Tripoli, in un’operazione volta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina nel Paese. L’azione di polizia è stata condotta all’alba ad al-Sabaa, sobborgo della capitale, sotto la supervisione del ministro del Lavoro Ali al-Abed, con la partecipazione di ispettori del lavoro, dell’Agenzia per la lotta all’immigrazione clandestina e della polizia municipale.

Durante i controlli sono emerse abitazioni e strutture dove risiedevano centinaia di lavoratori senza permesso di soggiorno, documenti ufficiali o cartelle cliniche. “Questi lavoratori, di diverse nazionalità, saranno trasferiti nei centri dell’Autorità per la lotta all’immigrazione illegale, dove saranno avviati procedimenti legali in vista della deportazione nei loro Paesi d’origine”, ha spiegato il ministro Abed.

Nel campo, circondato da mura e chiuso da un grande cancello, vivono principalmente cittadini egiziani e persone provenienti dall’Africa subsahariana. Al suo interno sono presenti un minimarket, una macelleria e alcuni venditori di frutta e verdura. Secondo il ministro dell’Interno Imad Trabelsi, tra i 3 e i 4 milioni di migranti irregolari si trovano attualmente in Libia, a meno di 300 chilometri dalle coste italiane.

L’operazione arriva a pochi giorni dall’annuncio, da parte del capo del governo di unità nazionale Abdelhamid Dbeibah, di un piano congiunto con funzionari europei per rafforzare il contrasto all’immigrazione illegale e migliorare i controlli sui flussi migratori verso il Mediterraneo.