Oltre 100 università americane contro Trump: “No all’ingerenza politica”

Il Presidente Trump con la moglie Melania alla messa per la nazione presso la Cattedrale Nazionale di Washington

Oltre cento università americane hanno firmato una dichiarazione congiunta per opporsi alle presunte ingerenze politiche dell’amministrazione Trump nei confronti delle istituzioni accademiche, sottolineando come si tratti di una mobilitazione senza precedenti nel panorama universitario statunitense.

Secondo i firmatari, le pressioni esercitate da Donald Trump rischiano di compromettere “l’autonomia, la libertà di espressione e la missione educativa” delle università, pilastri

La dichiarazione sottolinea come negli ultimi mesi l’amministrazione Trump abbia intensificato gli attacchi contro i campus universitari, criticando le modalità con cui vengono gestite le proteste studentesche, in particolare quelle legate alla guerra in Ucraina e ai diritti civili.

“Le università non devono essere luoghi di repressione politica — si legge nel documento — ma spazi liberi dove il pensiero critico può prosperare senza intimidazioni esterne”.

Molti atenei accusano inoltre l’amministrazione Trump di voler tagliare fondi pubblici a istituzioni accusate di non allinearsi alle posizioni governative, minando così l’indipendenza economica delle strutture educative.

La risposta dell’amministrazione non si è fatta attendere. In una nota, la Casa Bianca ha accusato le università di essere “focolai di ideologia radicale” e ha ribadito la necessità di “riportare ordine e patriottismo” all’interno dei campus.

Trump ha più volte descritto le proteste studentesche come “atti sovversivi” e ha promesso un intervento deciso per “ripristinare il rispetto dell’autorità e delle istituzioni tradizionali”.

Lo scontro tra Trump e le università americane rischia di aprire un nuovo fronte politico in vista delle elezioni di midterm e del consolidamento della sua leadership conservatrice.

La tradizione delle università statunitensi come baluardi di libertà accademica e innovazione sociale si contrappone ora a una visione più restrittiva, che invoca maggiore disciplina e controllo ideologico.

Gli analisti ritengono che questo scontro potrebbe avere effetti profondi non solo sulla politica interna, ma anche sull’immagine globale degli Stati Uniti come paese custode della libertà di pensiero.